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TORINO. Crescono consumi culturali, ma investimenti in forte calo

TORINO. Crescono consumi culturali, ma investimenti in forte calo

Crescono i consumi culturali in Piemonte, ma crollano gli investimenti, circa 200 milioni in meno negli ultimi quindici anni, dai 470 milioni del 2000 ai 317 del 2011 ai 246 del 2013. L'attività più diffusa si conferma il cinema, scelto dal 48% dei piemontesi, seguono i musei che coinvolgono poco più del 35% dei residenti, poi teatri e musica classica. Sono i dati della Relazione Annuale 2014 dell'Osservatorio Culturale del Piemonte.

L'aumento dei consumi culturali nel 2014 è del 4,7% a fronte di un calo del 3,2% dell'anno precedente. Aumenta la partecipazione a mostre, ma anche allo spettacolo dal vivo, cresce leggermente (ma resta modesta) la lettura di libri e quotidiani, specie on line, l'uso di pc e della rete. Il più vitale è il settore dei musei e dei beni culturali di Torino, con oltre 4 milioni di visite (+6%). Più di 100 mila le tessere vendute, 750 mila le visite con l'Abbonamento Musei.

I segnali positivi appaiono comunque flebili. Nel 2013 sono stati destinati 246 milioni di euro alla cultura da Stato, Regione, Province, Comuni, Consulte e Fondazioni di origine bancaria, recuperando circa 1,5 milioni di euro rispetto al 2012. Molte organizzazioni culturali tuttavia sono in difficoltà finanziarie: in base ai dati di Symbola, nella filiera culturale, pur restando stabile il valore aggiunto prodotto, si registra una perdita di quasi 1.500 imprese.

Il Rapporto dell'Osservatorio mette in evidenza un rafforzamento della capacità di attrazione di Torino: crescono in modo costante i flussi turistici, confermando la città come una tra le mete del turismo culturale europeo preferite.

"Un territorio che non produce cultura più di quanta ne conservi - ha detto il vice presidente della Fondazione Crt Anna Chiara Invernizzi - rinuncia di fatto alla cultura come fattore strategico per il proprio rilancio socio-economico. Torino può diventare la capitale italiana ed europea della produzione creativa: le Ogr possono essere il motore di questa evoluzione, con una forte attenzione alle nuove tecnologie e all'internazionalizzazione".

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