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TORINO. Ferrari è diventata il bancomat di Fiat

TORINO. Ferrari è diventata il bancomat di Fiat

Ferrari

"La Ferrari? E' diventata il bancomat della Fiat". Luca Cordero di Montezemolo, oggi presidente dell'Alitalia, a più di un anno dall'addio alla casa di Maranello, non è benevolo nei confronti del nuovo corso della 'Rossa' sotto la guida di Sergio Marchionne.

Alla vigilia dell'assemblea degli azionisti, convocata giovedì ad Amsterdam per deliberare sulla scissione del Cavallino dal gruppo, l'ex presidente della Ferrari, alla guida della società per 23 anni, si toglie un altro sassolino dalla scarpa. "Sono orgoglioso e contento", ironizza. L'allusione è anche all'operazione varata ieri dalla casa di Maranello: la firma di una linea di credito sindacata da 2,5 miliardi di euro con dieci banche, che sarà utilizzata, tra l'altro, per rifinanziare l'indebitamento verso Fca.

Il Cavallino, dopo lo sbarco nel mese di ottobre a Wall Street, ha presentato domanda per la quotazione anche al mercato telematico azionario di Borsa Italiana. Sul mercato americano è andato il 10% di Ferrari e Fiat Chrysler detiene ora l'80% della casa di Maranello (il restante 10% è di Piero Ferrari).

All'inizio del 2016 la società sarà scorporata da Fca e l'80% delle azioni verrà assegnato pro quota ai soci del Lingotto. La Rossa passerà così sotto il controllo di Exor, la holding della famiglia Agnelli, che avrà il 24% del capitale, ma grazie al meccanismo del voto multiplo previsto dalla normativa olandese, il peso sarà maggiore. E' questo un nuovo passo anche verso la ridefinizione del volto della finanziaria del gruppo con il controllo diretto della Ferrari e il ruolo centrale acquisito dal settore della riassicurazione con l'operazione PartnerRe.

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