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25 Ottobre 2013 - 14:11
Attraverso l'approvazione di una variazione al bilancio la Regione Piemonte ha sbloccato 1 miliardo e 300 milioni di euro per il pagamento delle aziende fornitrici, prevalentemente nel settore della sanità. Una risposta concreta ed immediata alla principale emergenza che investe le aziende della nostra regione: la mancanza di liquidità. Nuove risorse utili a dare una boccata d'ossigeno alle piccole e medie imprese in un momento segnato da una crisi economica senza precedenti. I primi fondi saranno disponibili già a breve per il pagamento di beni e servizi usufruiti da Aziende sanitarie ed ospedali di tutto il Piemonte. E' per questi motivi che in Consiglio regionale ho votato favorevolmente a questo provvedimento proposto dalla maggioranza. Infatti lo smobilizzo dei crediti deve necessariamente essere la priorità di ogni amministrazione pubblica ad ogni livello. Tuttavia occorre precisare alcuni aspetti di questa operazione avviata dalla Giunta regionale. Non si tratta di una partita di giro a costo zero. Tali fondi infatti arrivano dalle casse dello Stato e dovranno essere restituiti nel giro di 30 anni con un tasso di circa il 3 per cento annuo. Infatti ciò che la Giunta chiama “anticipazioni di liquidità” sarebbe molto meglio chiamarle con il loro nome, ovvero “prestiti”. Magari ad un tasso conveniente, ma pur sempre prestiti che vanno ad aumentare l'indebitamento complessivo della Regione Piemonte. La nostra realtà peraltro, sul fronte del pagamento dei debiti, risulta tra le peggiori in Italia. Non lo dice l'opposizione ma lo dimostrano candidamente i numeri diffusi recentemente da Assobiomedica (la federazione di imprese fornitrici della sanità). In Piemonte i pagamenti avvengono in media ad oltre 300 giorni mentre il decreto legislativo 192/2012, recependo una direttiva europea, fissa il tetto di 30 giorni con la possibilità di giungere a 60 in particolari casi. Siamo dunque ancora ben lontani dalle prescrizioni di legge, ma soprattutto sul fronte dei pagamenti il Piemonte risulta la peggiore regione del nord Italia riuscendo a far registrare dati superiori anche rispetto a molte realtà meridionali.
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