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TORINO. Povertà: Nosiglia, "diamo diritti e dignità agli invisibili"

TORINO. Povertà: Nosiglia, "diamo diritti e dignità agli invisibili"

Cesare Nosiglia

"Dobbiamo impegnarci tutti per riconoscere i diritti degli ultimi. Papa Francesco a Torino ha detto che bisogna opporsi alla cultura dello scarto, le cui più gravi conseguenze ricadono sui poveri assoluti. Ci vuole impegno, e soprattutto la consapevolezza che non si deve dare per carità ciò che è dovuto per giustizia: i poveri non hanno bisogno solo di mezzi per la sussistenza, hanno bisogno di dignità". Così l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, durante una azione di sensibilizzazione pubblica su questi temi oggi nel capoluogo piemontese.

"I poveri assoluti - ha detto Nosiglia - sono invisibili, ci passi vicino e li vedi, ma fingi di non vederli. Invece sono cittadini con dei diritti, che però non vengono riconosciuti.

Tutta la società deve acquistare una nuova mentalità, e capire che ciascuno deve impegnarsi, e non delegare alle associazioni di volontariato e ai servizi sociali. La chiesa si sta impegnando, ma da sola non può farcela".

Srotolando uno striscione con la scritta 'I poveri non chiedono solo pane, chiedono dignità', il responsabile della Caritas del Piemonte e Valle d'Aosta Pier Luigi Dovis ha spiegato che l'iniziativa coinvolge tutte le diocesi regionali e avviene in contemporanea in tutt'Italia. "Ciascuno - ha esortato - deve mettere a disposizione la propria disponibilità per combattere contro la povertà". 

In Italia, ha detto Dovis, si stima la presenza di oltre quattro milioni e 100 mila poveri, pari a un po' meno di un milione e mezzo di famiglie. In Piemonte 960 mila persone vivono in famiglie con reddito inferiore a 1.200 euro al mese, e i senza dimora sono duemila, di cui 1.500 a Torino. Nell'area metropolitana torinese ci sono circa 200 mila poveri, quasi la metà dei quali in situazione di povertà grave.

Dall'esperienza e dai dati della Caritas, emerge per le povertà estreme la necessità di un sostegno strutturale, seppur temporaneo, che consenta alle persone di impostare una progettualità personale per poter uscire dalla difficoltà.

Sarebbe necessario, sostiene la Caritas, "un reddito di inclusione sociale, mix di contributi al reddito e di servizi, che consenta alle persone di attivarsi nel loro cammino di inclusione sociale, aiutando loro protagonismo".

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