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TORINO. Piemonte: Tar, dopo sentenza acque agitate Pd torinese

TORINO. Piemonte: Tar, dopo sentenza acque agitate Pd torinese

La sentenza del Tar ha dissolto le nubi sul futuro della giunta guidata da Sergio Chiamparino, che rilancia - "in Regione abbiamo impostato un lavoro che ci permette di guardare con serenità e fiducia al futuro" - ma non calma le acque nel Pd torinese. "La legislatura va avanti - dice Mauro Laus, presidente del consiglio regionale - ma resta la profonda amarezza sul piano politico per la vicenda nel suo complesso". E l'ex area civatiana attacca: "Non si può andare avanti come se non fosse successo niente - dicono Daniele Viotti e Fabio Malagnino - perché la vicenda delle liste regionali è la dimostrazione di un fallimento". Malagnino, esponente della segreteria regionale del partito, mette il mandato "a disposizione del segretario regionale Davide Gariglio perché si presenti dimissionario con tutta la segreteria e rilanci l'azione del Pd".

"Quanto accaduto - affermano Malagnino e Viotti - ci mette di fronte a una classe dirigente che deve fare i conti con le proprie responsabilità. Fin dalle prime battute di questa vicenda - rimarcano - abbiamo chiesto, con tutta l'area che rappresentiamo, un'assunzione di responsabilità forte. Non solo non siamo stati presi in considerazione ma spesso siamo stati sbeffeggiati e attaccati pesantemente da una maggioranza con la testa rivolta ad altro".

Resta aperto il nodo della lista provinciale torinese: su questo ricorso il Tar va avanti.

"E' chiaro - dice Chiamparino - che il Pd di Torino segnala dei problemi che dovrà gestire. Il Pd ha la sua autonomia, dovrà innanzitutto discutere al suo interno. Il lavoro più utile che io posso fare per il partito è continuare a guidare la Regione".

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