Tecnologie come quella del sistema robotico Da Vinci, che per la prima volta entra in una struttura sanitaria privata torinese, la clinica Santa Caterina da Siena, sono "la medicina del futuro" e il loro utilizzo, possibile anche in telemedicina, è di grande importanza, ad esempio in zone di guerra. A sottolinearlo è il professor Bruno Frea, ordinario di Urologia alle Molinette che opera anche nella struttura ai piedi della collina torinese, dove questa sera è stato presentato l'innovativo Robot. "Avere sempre più tecnologia nelle zone di conflitto bellico permetterà di salvaguardare al massimo la professionalità e l'esperienza dei chirurghi che potranno operare guidando il sistema robotico a distanza", psiega il professor Frea. L'arrivo di Da Vinci alla clinica Santa Caterina da Siena, aggiunge il professor Frea, "porta a Torino una tecnologia che non era presente in una struttura privata e arricchisce il numero di questi robot presenti in città, che salgono così a tre. Il vantaggio di Da Vinci - prosegue - è rappresentato soprattutto dal fatto di poter eseguire un intervento con una amplificazione del campo operatorio grazie alla visualizzazione 3D ad alta risoluzione e questo permette di recuperare al massimo le strutture anatomiche, cosa molto importante ad esempio in urologia, in particolare negli interventi alla prostata, uno dei settori in cui Da Vinci è più utilizzato". Per la clinica torinese del gruppo Gvm Care & Research si tratta di un nuovo investimento in tecnologia avanzata, dopo la Tac che esegue un esame cardiaco in 250 millesimi di secondo e la risonanza magnetica aperta. "Avere una macchina così veloce come questa Tac - spiega il dottor Giorgio Perron Cabus, responsabile della Radiologia - permette di ridurre la dose di radiazioni e di eseguire l'esame velocemente. Inoltre il fatto di essere cardiosincronizzata consente di studiare organi in movimento, soprattutto il cuore. La tecnologia - conclude - permette uno studio tridimensionale delle immagini creando una linea continua fra radiologo e chirurgo".
C'è il robot in sala operatoria, interventi millimetrici
Quattro braccia robotiche, in grado di eseguire movimenti millimetrici con la massima precisione. Si chiama come l'inventore per eccellenza, Da Vinci, il creatore dei primi automa della storia, il robot presentato dalla Clinica Santa Canterina da Siena a Torino. Un alleato prezioso, per medici e pazienti, perché consente di effettuare interventi con una precisione senza precedenti, limitando la perdita di sangue e riducendo al minimo il fabbisogno trasfusionale. Ritenuta la piattaforma più avanzata per la chirurgia mini invasiva disponibile oggi a livello mondiale, Da Vinci è manovrato dal chirurgo attraverso una consolle, mentre la microcamera posizionata su un endoscopio gli permette di visualizzare immagini 3D su uno schermo. Dopo la Tac a 128 strati e la risonanza magnetica 'anti clastrofobia', un'altra importante novità che amplia le capacità cliniche del chirurgo. Considerato sicuro e capace di effettuare operazioni chirurgiche con altissima precisione, il sistema robotico Da Vinci amplia le capacità cliniche del chirurgo, limita drasticamente la perdita di sangue e riduce al minimo il fabbisogno trasfusionale, diminuendo anche i tempi operatori. In molti casi, inoltre, la durata della permanenza in ospedale dei pazienti trattati con tecnica robotica risulta dimezzata rispetto agli interventi con approcci chirurgici differenti. Con Da Vinci l'approccio mini invasivo può essere adattato a numerose procedure chirurgiche delle diverse specialità. Il sistema viene utilizzato in particolare in Urologia (67% dell'attività), seguita da Chirurgia Generale (16%), Ginecologia (10%), Otorinolaringoiatria (4%), Cardiochirurgia e Chirurgia Toracica (3%). A guidare le braccia robotiche sono i semplici movimenti del polso del chirurgo, che può operare anche in equipe con un altro specialista grazie ad una seconda console. Il sistema, basato anche sul controllo intuitivo dei movimenti, permette di superare i limiti delle tecnologie chirurgiche convenzionali, avendo anche sempre a disposizione tutti i dati del paziente. Sullo schermo, infatti, chi opera può visualizzare contemporaneamente l'immagine in 3D del campo operatorio ma anche quelle di esami effettuati dal paziente, come ecografie elettrocardiogrammi.
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