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TORINO. Per non pagare Imu su capannoni imprenditori demoliscono tetti

TORINO. Per non pagare Imu su capannoni imprenditori demoliscono tetti

Fisco, diminuzione delle commesse, ritardi nei pagamenti, stretta creditizia: sono queste le cause principali delle crisi per le piccole imprese artigiane. In pole position oltre il 45% degli artigiani ha indicato l'eccessiva tassazione, seguita dalla diminuzione delle commesse e dai tempi biblici di pagamenti da parte della pubblica amministrazione. "La segnalazione che faccio al governo e alle istituzioni di tutti i livelli è che in questo modo si uccide l'economia", afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino. "Il piccolo imprenditore deve far fronte a imposte e tasse che in questi anni si sono quadruplicate - spiega - cercando di mantenere ai minimi termini i costi di gestione, riducendo anche le entrate personali perché costretto ad abbassare i prezzi (nonostante l'iva) per mantenere la clientela. L'alternativa che si prospetta è la chiusura, oppure l'evasione fiscale. Bisogna essere realistici e riconoscere che la lotta all'evasione fiscale si può perseguire solo attraverso la semplificazione e l'alleggerimento del carico fiscale, piuttosto che con i nuovi fardelli che quotidianamente ci vengono imposti". Il settore più penalizzato dalle tasse è l'edilizia: l'Imu sul capannone può costare fino a 80mila euro all'anno. "Gli imprenditori si sentono sempre più vessati dal salasso delle imposte in particolare sul mattone - sottolinea De Santis - a tal punto che si sta diffondendo la soluzione estrema di rendere inagibile il proprio immobile: per esempio la demolizione del tetto salva dal pagamento dell'immobile. In pratica, senza il tetto i capannoni diventano categoria F e non pagano". 

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