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TORINO. Amianto all'università. Tafferugli antagonisti

TORINO. Amianto all'università. Tafferugli antagonisti

Palazzo Nuovo

Un primo piano di lavoro, per avviare gli interventi necessari, è pronto. L'Università di Torino punta alla "graduale riapertura" di Palazzo Nuovo: dal piano interrato al primo piano, passando per il piano terra della sede delle facoltà umanistiche chiusa da venerdì scorso a scopo precauzionale per la presenza di amianto. E intanto l'amministrazione comunale ha consegnato un primo elenco di spazi per le attività didattiche che non sarà possibile collocare all'interno delle strutture universitarie. E' corsa contro il tempo, insomma, per garantire ai diecimila studenti dell'ateneo di proseguire gli studi. Per la riapertura totale di Palazzo Nuovo, infatti, non è stata definita una data precisa. "Sarà necessaria ancora una settimana di tempo per ulteriori valutazioni", spiegano in rettorato, davanti al quale questa sera si sono registrati tafferugli tra la polizia e alcuni antagonisti. Protestavano per il divieto ad una loro assemblea che inizialmente doveva svolgersi proprio a Palazzo Nuovo. Sei i manifestanti fermati dopo un lancio di uova a cui le forze dell'ordine hanno risposto con una carica di alleggerimento. Tra i locali messi a disposizione dell'università da Comune di Torino e Città Metropolitana ci sono un teatro - il Gobetti - la sala conferenze della Galleria d'Arte Moderna, la Sala Cineporto della Film Commission Torino, la sede del cral del Gruppo Torinese Trasporti, l'azienda del trasporto pubblico locale, e il salone dell'Agenzia Territoriale per la Casa. Una quindicina di locali in tutto, con una capienza complessiva di 1.573 posti. E mentre si susseguono le riunioni tecniche per stabilire gli interventi necessari alla messa in sicurezza di Palazzo Nuovo - sulla base dei dati e delle informazioni ricevute dall'Arpa -, i direttori della Scuola e dei Dipartimenti hanno effettuato in un incontro la ricognizione delle attività didattiche. Obiettivo il "prioritario utilizzo di spazi interni", per "non modificare il calendario didattico già programmato". Una ulteriore verifica interna è stata avviata per garantire gli spazi da mettere a disposizione per il ricevimento docenti e l'assistenza testi.
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