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TORINO. Università: amianto a Palazzo Nuovo, rettore indagato

TORINO. Università: amianto a Palazzo Nuovo, rettore indagato
 Il rettore dell'Università di Torino, Gianmaria Ajani, è indagato per omissione dolosa di cautele in relazione alla presenza di amianto deteriorato in alcuni punti di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche.
L'inchiesta è del pm Raffaele Guariniello. Gli ispettori dell'Asl nei giorni scorsi hanno disposto la chiusura delle scale che collegano il 2/o piano a quelli superiori e alcuni uffici. Le bonifiche effettuate non avrebbero eliminato i rischi derivanti dalla presenza dell'amianto. Gli ispettori hanno imposto la chiusura, anticipata dal quotidiano La Stampa sulle sue pagine locali, delle tre scale che portano dal primo al sesto piano, dei magazzini e dei depositi di una decina di aule e vietato l'uso di tre uffici amministrativi. Il provvedimento è entrato in vigore subito, ieri alle 18, al termine del sopralluogo degli ispettori dell'Asl. L'Università dovrà ora intervenire per rimettere in sicurezza le zone chiuse. Il Movimento 5 Stelle chiede alla Regione Piemonte di intervenire per bonificare dall'amianto Palazzo Nuovo, sede universitaria nel centro di Torino. "La Giunta regionale - affermano i pentastellati - ha tutti gli strumenti per intervenire subito su Bilancio e Finanziaria inserendo fondi adeguati". Alcuni emendamenti a 5 Stelle propongono così di "spostare i 915 mila                 euro di contributi previsti per l'inceneritore del Gerbido in favore di Comuni e Province per la bonifica e la messa in sicurezza di aree inquinate". E domandano "il potenziamento delle risorse per la bonifica dei manufatti contenenti amianto". "La situazione a Palazzo Nuovo - rimarcano i consiglieri Federico Valetti e Paolo Mighetti - è paradossale, un luogo di istruzione e conoscenza trasformato in un contesto insano dove è possibile contrarre malattie mortali. Il fatto che l'ambiente e quindi la prevenzione di danni per la salute siano marginali nella spesa pubblica pone delle riflessioni importanti. Spendiamo almeno 50 volte tanto per curare dei mali che avremmo potuto evitare alla fonte. La Regione deve fare la sua parte per cambiare questa visione miope".
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