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TORINO. Rimborsopoli. Con la telecamera nella camera da letto di Roberto Tentoni

TORINO. Rimborsopoli. Con la telecamera nella camera da letto di Roberto Tentoni

Roberto Tentoni

La telecamera utilizzata dal politico per riprendere la propria camera da letto, l'acquisto di un depilatore per le orecchie, la gita di gruppo a Roma mai effettuata ma pagata lo stesso: sono questi alcuni degli episodi di cui si è discusso mercoletì scorso in tribunale, a Torino, alla ripresa del processo per la "Rimborsopoli" dei consiglieri regionali del Piemonte. Era stato Roberto Tentoni, ex Pdl poi passato a Progett’Azione, ad affermare che la sofisticata telecamera, un apparecchio grande come la testa di un chiodo, costata quasi 2 mila euro, gli serviva per il suo ufficio in Consiglio regionale, a Torino: sospettava le intrusioni di qualcuno. "Nei giorni scorsi - ha detto oggi il pm Giancarlo Avenati Bassi - ho fatto sequestrare l'apparecchio che si trovava effettivamente presso gli uffici regionali. L'analisi della scheda di memoria ci rivela che il 99% dei fotogrammi sono relativi alla camera da letto di Tentoni e alla cucina di casa sua". E dire che solo una settimana fa l’artigiano aveva spiegato di aver confezionato l’apparecchio ad hoc, assemblando diversi pezzi e che “gliel’aveva consegnato a casa sua per comodità”. C’è che ora i pm vogliono acquisire le immagini e l’avvocato Sergio Bersano, difensore di Tentoni si oppone (“E’ una richiesta tardiva e quell’accertamento doveva essere svolto come una consulenza tecnica, consentendo la presenza di un esperto incaricato dalla difesa”). E se da un lato c’è un Tentoni pronto a spiegare tutto, dall’altra c’è una Procura non disponibile a mediare. “Volevamo garantire la privacy del consigliere ma se non si acquisiscono le immagini portiamo in aula un proiettore e vediamo che cosa succede nella sua camera da letto». Sempre mercoledì, fra i testimoni è comparso il gestore di un autogrill di Fiorenzuola d'Arda (Piacenza) al quale è stato mostrato lo scontrino di una spesa - ricondotta dai pm a una consigliere di centrodestra - effettuata nel 2011. "Si tratta - ha spiegato - di un microtouch, un piccolo rasoio a batterie per i peli del naso e delle orecchie. C'era una vendita promozionale. Un errore? Impossibile: una volta alla cassa la confezione viene fatta passare al lettore                 ottico". La trasferta 'fantasma', costata 13 mila euro e contestata a un altro consigliere, è quella promossa in occasione del congresso del Pdl a Roma nell'estate del 2011. "Organizzammo tutto per bene - ha raccontato oggi il tour operator - ma al giorno stabilito non si presentò nessuno. E nessuno ci disse nulla. Umanamente rimasi stupefatto: non ci si comporta così. A maggior ragione presentai la fattura, che venne saldata". Si è toccato poi il capitolo delle presunte spese elettorali. I pm hanno prodotto documenti con i quali intendono dimostrare che il monogruppo "Insieme per Bresso" di Andrea Stara, del centrosinistra, ha pagato materiale di almeno un candidato della stessa area. Sul versante opposto è stata rievocata una cena, il 28 aprile 2011, in prossimità delle elezioni amministrative, al ristorante "Gli Ottimisti" di Torino. "La organizzò - ha raccontato l'allora titolare - un personaggio politico, Maurizio Marrone" (candidato a consigliere comunale - ndr). Secondo l'accusa fu pagata 200 euro con i fondi del Pdl. E' cominciato anche l'analisi delle attività del monogruppo di Maurizio Lupi (di centrodestra). In aula è stato chiamato il fratello, Alessandro, che lavorava al suo interno in regime di collaborazione coordinata. La figlia di Maurizio, Sara, compare fra i 25 imputati. Infine ci sono i fondi dei gruppi finiti alle aziende dei colleghi di partito. Per esempio il consigliere Dell’Urti avrebbe affidato un sondaggio a Voice Care, operatore telefonico controllato dalla società Contacta del suo compagno di partito Moretti. Secondo la Procura il sondaggio è stato pagato ma mai stato realizzato e  una centralinista lo ha confermato.  
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