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TORINO. Lavoro: crisi Mercatone Uno, Regione convoca un tavolo

TORINO. Lavoro: crisi Mercatone Uno, Regione convoca un tavolo

Mercatone Uno

Un tavolo istituzionale per affrontare la vicenda della Mercatone Uno, che vede 389 lavoratori a rischio in Piemonte. Ad annunciarne la convocazione, il 3 marzo, è l'assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, che oggi ha incontrato insieme ad alcuni consiglieri regionali un gruppo di lavoratori. La riunione dopo la manifestazione davanti al Consiglio regionale.
Durante il presidio i lavoratori hanno chiesto proprio alla Regione di attivare un tavolo di crisi "per esplorare tutte le strade per scongiurare la chiusura, per il mantenimento dell'occupazione e per il sostegno al reddito".
A sollecitare un incontro con i lavoratori sono stati, durante la seduta del Consiglio regionale di questa mattina, i consiglieri Marco Grimaldi (Sel) e Francesca Fredia (M5S) che ha anche proposto un ordine del giorno sul tema, votato all'unanimità dall'aula.
Una rappresentanza di lavoratori è stata ricevuta anche dal vicesindaco della Città metropolitana di Torino, Alberto Avetta, e da alcuni consiglieri. Avetta ha annunciato di voler prendere contatti con l'assessore Pentenero. "Mettiamo a disposizione le nostre capacità e competenze - ha assicurato - per individuare una possibile soluzione". Nell'ordine del giorno a sostegno dei lavoratori piemontesi della Mercatone Uno, con prima firmataria la consigliera del M5S Francesca Frediani e approvato all'unanimità dal Consiglio regionale, si chiede che "la Regione si attivi, di concerto con il tavolo nazionale, per prorogare la scadenza del bando per la manifestazione di interesse di possibili acquirenti per agevolare l'occupazione dei circa 400 dipendenti dei punti vendita piemontesi". A illustrare ai consiglieri la situazione dell'azienda è stato un rappresentante dei lavoratori che ha ricordato che "da quattro anni ai dipendenti è applicato un contratto di solidarietà per 16 ore settimanali, che corrisponde ad uno stipendio di circa 300 euro mensili. Da una settimana i lavoratori dei punti vendita di Mappano e Brandizzo sono in stato di agitazione e presidiano i negozi giorno e notte". Il 28 febbraio scade il termine per la manifestazione di interesse da parte di eventuali compratori e "la metà dei negozi sparsi in tutta Italia - ha aggiunto - rischia la chiusura e in particolare sono a rischio i punti vendita del Piemonte e dell'Emilia Romagna".
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