Questa volta la frode correva addirittura sulla bandiera tricolore. L'ultima indagine della guardia di finanza, a Torino, riguarda la fornitura dei vessilli per i festeggiamenti del 150/o anniversario dell'Unità nazionale. Un'indagine divampata oggi con una serie di perquisizioni: le Fiamme Gialle, tra l'altro, hanno visitato e ispezionato la sede di uno dei templi della cultura e del turismo subalpino, il Museo del Risorgimento. Gli investigatori del nucleo di polizia tributaria, coordinati dal pm Andrea Padalino, procedono per peculato e turbativa d'asta. Per addobbare il Museo con le bandiere, nel 2011, venne bandita una gara d'appalto. Il sospetto è che alla gara sia stata fatta partecipare una ditta prestanome al posto di quella che non aveva i requisiti. Gli indagati sono tre: il presidente del Museo, Umberto Levra, il direttore Roberto Sandri Giachino e una segretaria amministrativa. Che, in una nota, ribadiscono "la massima trasparenza usata nell'amministrazione dell'ente e del suo patrimonio". Ed esprimono "la più completa fiducia nell'operato della magistratura", a cui hanno fornito "tutti gli elementi di fatto e di diritto necessari per la comprensione degli episodi oggetto d'indagine". Quella delle bandiere non è l'unica questione finita nel mirino dei finanzieri. C'è anche l'appalto per il potenziamento degli impianti elettrici del museo: qui gli investigatori ritengono che sia stato effettuato un cambio di preventivi allo scopo di fare vincere la gara a un'azienda 'amica'. E poi ci sono i rimborsi, i compensi e gli incentivi in moneta sonante. Una pioggia di denaro per la quale si è attinto a piene mani dai fondi destinati al funzionamento dell'ente museale. Si lavora sulle spese rimborsate al direttore per trasferte fuori sede e sulla ripartizione dei premi di produzione tra lo stesso direttore e dipendenti; e pure sul compenso per il ruolo di presidente, che avrebbe dovuto essere gratuito mentre risultano fatturate cessioni di diritti d'autore per alcuni lavori con importi talvolta anche elevati. Il periodo di tempo preso in esame è compreso fra il 2008 e il 2014. Le perquisizioni hanno riguardato alcuni fornitori e come parte lesa una Fondazione, la Compagnia di Sanpaolo, che ha erogato dei finanziamenti all'ente museale. Il Museo nazionale del Risorgimento è ospitato nello storico Palazzo Carignano, nel cuore di Torino. Vi sono custoditi 120 mila documenti d'archivio, 167 mila fra libri e opuscoli, 1.916 testate di periodici italiani del XIX secolo. Ai visitatori, che nel 2014 sono stati 156 mila, vengono esposti 2.500 oggetti in trenta sale con tavoli interattivi, filmati, biblioteca e sala lettura. Nei corridoi del Parlamento (nel 1848, quando Torino era la capitale del Regno di Sardegna, Palazzo Carignano fu destinato a Camera dei Deputati) si tiene fino al 29 marzo la mostra "Immaginare la Nazione", organizzata con l'Università di Torino, che illustra il ruolo svolto dall'ambiente culturale torinese nel processo di costituzione dell'Italia tra Ottocento e Novecento.
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