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11 Dicembre 2014 - 14:38
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La 'Somma di arithmetica, geometria, proporzioni e proporzionalità', opera del matematico toscano Luca Pacioli stampata a Venezia nel 1494, è il primo trattato di aritmetica per uso mercantile e di algebra.
Considerato una pietra miliare dai matematici di tutto il mondo, oggi estremamente raro, viene messo all'asta da Bolaffi all'appuntamento del 16 e 17 dicembre al Grand Hotel et de Milan.
E' una summa enciclopedica che spiega la scienza matematica attraverso saperi e rimandi connessi tra loro: geometria, prospettiva, architettura, perfino musica e astrologia. Il suo autore, Pacioli, è un frate francescano che prima dell'ordinazione si era formato a Venezia e nei lunghi viaggi intrapresi per conto di Antonio Rompiasi, commerciante della Serenissima.
Anni di esperienza che danno allo studioso un approccio pratico all'aritmetica, partendo dalle teorie di scienziati come Euclide, Boezio, Giovanni Sacrobosco e Fibonacci: la 'Summa' è innanzitutto un trattato per uso mercantile e comprende anche il 'De et scripturis', il primo trattato a stampa sul sistema contabile della partita doppia. Per questo il volume è unanimemente riconosciuto come fondamento della moderna scienza commerciale.
Un'assoluta novità per l'età rinascimentale, tanto che l'opera prima di Pacioli, scritta in un volgare misto a termini latini, greci e italiani, all'epoca va letteralmente a ruba. E non sono solo i matematici e gli architetti a richiederla, ma anche pittori, intagliatori, scultori e mercanti, che la considerano un ausilio indispensabile per il loro lavoro. Il noto stampatore Paganino de Paganini, attivo a Venezia a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, ne stampa tre diverse emissioni della prima edizione. L'esemplare all'asta a Milano fa parte della rara seconda emissione e si vede per la prima volta sul mercato delle aste. Secondo gli esperti, dato l'interesse che ha già destato tra i collezionisti italiani e stranieri, potrebbe essere aggiudicato per una cifra che supera i 100 mila euro.
E' il 16 maggio 1920 quando a Fiume, in un Teatro Fenice gremito, Gabriele D'Annunzio declama 'A noi', probabilmente il suo più noto proclama in veste di comandante del 'Quarnaro liberato', dopo la 'vittoria mutilata' del 1918. "A chi la forza? A noi! A chi la costanza? A noi! A chi la fedeltà? A noi! A chi la vittoria? A noi!". Con questo grido spronava i suoi 'legionari', chiudendo un'arringa appassionata lunga 22 pagine che perorava la causa dell'annessione di Fiume all'Italia.
Il prezioso documento autografo viene messo all'asta da Bolaffi, il 16 e 17 dicembre al Grand Hotel et de Milan. E' parte di una raccolta interamente dedicata al poeta abruzzese e al suo ruolo in una delle imprese più ardite e spericolate del primo dopoguerra: la breve Reggenza italiana del Carnaro, iniziata con la Marcia di Ronchi e la presa di Fiume, sotto la guida di D'Annunzio, che nel frattempo veniva guardato come un eroe dai circa 25 mila italiani della Dalmazia. Ma l'esperienza si sarebbe conclusa dopo pochi mesi, con la firma del Trattato di Rapallo e l'indipendenza di Fiume, che viene fatta sgomberare dal governo Giolitti in quello che ancora si ricorda come il 'Natale di sangue'.
Alla vigilia di quei tragici eventi D'Annunzio scrive 'Agli italiani', anch'esso all'incanto da Bolaffi, uno dei suoi più impetuosi e veementi proclami. "Il delitto è consumato - è l'incipit del manoscritto -. La terra di Fiume è insanguinata di sangue fraterno". Tutt'altro tono accompagna il commosso omaggio a Enzo Ferri e Basilio Scaffidi, due legionari che perdono la vita in un incidente aereo all'inizio del 1920. 'Vogliamo per la fede morire', 11 pagine in quarto grande fitte di correzioni con le quali il 'comandante Gabriele D'Annunzio' celebra il sacrificio dei suoi combattenti "Dai documenti autografi emerge il D'Annunzio più idealista e aulico - osserva Cristiano Collari, esperto della casa d'aste Bolaffi -, il trascinatore delle folle e il padre in cui si identificano i soldati delusi e in cerca di riscatto per la loro patria". Un'accorata supplica per "risolvere il problema adriatico: opporsi alla costituzione definitiva del S.H.S., distruggere il mostro jugoslavo", è rivolta dal Vate anche al generale Badoglio, l'8 maggio del 1920. Richiesta affidata a una lettera autografa che non raggiunse mai il destinatario.
L'abbozzo della missiva è conservato al Vittoriale; la bella copia viene messa all'asta da Bolaffi, accompagnata da fotografie e materiale bibliografico, a partire da 3 mila euro.
Francobolli degli stati preunitari e del Regno d'Italia; celebrativi delle traversate aeree di Italo Balbo o del matrimonio di Umberto II con la principessa Maria José; le 'gemme' della filatelia francese e del Commonwealth. In attesa dell'asta dei libri di Milano, gli appassionati di filatelia possono aggiudicarsi l'11 e 12 dicembre alcune di queste rarità messa all'asta da Bolaffi nella sua sede torinese di via Cavour 17.
Oltre duemila i lotti in catalogo, per una base d'asta di circa 2 milioni di euro. Tra gli esemplari più attesi ci sono le rare affrancature degli antichi Stati preunitari, come il 60 crazie del Granducato di Toscana e il Tre Lire del Governo provvisorio di Toscana, primo francobollo con la dicitura 'IT' a testimonianza della nascente nazione italiana, all'asta da 65 mila euro. A questi si affiancano alcuni pregiati lotti del Lombardo-Veneto e dello Stato Pontificio, come una rara lettera del 1864 affrancata con il 50 bajocchi.
Nutrito il capitolo del Regno d'Italia, con il 'Nozze Verde', un francobollo con il colore sbagliato emesso per le nozze reali dei Savoia e due esemplari da 1,75 lire del 1929 'Giubileo', con dentellatura rara.
Ricordano le traversate aeree di Italo Balbo, invece, i trittici del volo di ritorno New York-Roma, in asta da 15.000 e 12.500 euro. E a proposito di imprese ardite, c'è anche una testimonianza dell'occupazione fiumana sotto il comando di Gabriele D'Annunzio: tra i cimeli che ricordano la vicenda storica c'è una lettera scritta dal Vate nel 1920, affrancata con un francobollo da lui stesso definito "unico", personalizzato con la sua effigie militare.
Infine la pagina di provenienza estera, anch'essa ricca di rarità, come alcuni 'campioni' della filatelia francese e del Commonwealth: l'1 franco vermiglio del 1849; il 500 dollari malesi di Giorgio V del 1921 per gli 'Straits Settlements' della Malesia; un esemplare nuovo del 2 pence 'Tyrian Plum' del 1910, scampato alla distruzione dopo la morte del re Edoardo VII.
L'asta di libri rari e autografi si svolge a Milano martedì 16 e mercoledì 17 dicembre, dalle ore 10.30. Le possibilità per prendere parte alla vendita sono molte, dall'Italia e dall'estero.
Per chi non vuole rinunciare all'emozione della battaglia per i lotti preferiti, l'appuntamento al Grand Hotel ed de Milan di via Manzoni 29. Occorre presentarsi con un documento di identità e il proprio codice fiscale per accreditarsi e ricevere un cartellino numerico identificativo con cui si può presentare la propria offerta. Si può poi decidere se esaminare i lotti d'interesse prima dell'acquisto o se accedere direttamente alla sala aste.
Le offerte possono essere accolte anche per corrispondenza, compilando il modulo scaricabile dal sito internet dell'asta, che dà mandato scritto alla Bolaffi per l'acquisto dei lotti prescelti fino a un prezzo massimo indicato.
Infine si può seguire l'asta in tempo reale anche da casa: al telefono, chiedendo di essere contattati da un incaricato delle Aste Bolaffi, oppure registrandosi alla vendita online dal sito www.astebolaffi.it. Da questo indirizzo è possibile rilanciare la propria offerta con un semplice click.
Da venerdì 12 a martedì 16 dicembre è possibile visionare i lotti presso la sede Bolaffi di via Manzoni 7 dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30.
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