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TORINO. Eternit: web fra indignazione e ironia amara

TORINO. Eternit: web fra indignazione e ironia amara

"Vergogna nazionale, ingiustizia legalizzata". Così, fra rabbia, indignazione e qualche scampolo di amara ironia, il web reagisce alla sentenza con cui la Cassazione ha chiuso il caso Eternit: la vicenda è stata fra le più discusse, tanto che, su twitter, l'hashtag #eternit è salito in cima a quelli più estesamente utilizzati.

Gli interventi degli internauti, in generale, trasudano sgomento: "Siamo un Paese inaffidabile, finisce sempre a tarallucci e vino" si legge in un tweet. Il cyberspazio non si presta a lunghi giri di parole e non è nemmeno un luogo riservato solo ai giureconsulti: ecco allora che la prescrizione diventa "un crimine contro l'umanità". "Il reato è estinto - dice un altro post - ma la morte non si estingue". E ancora: "Come è possibile che le responsabilità abbiano una data di scadenza?". "Stato latitante e mai garante", osserva qualcuno, mentre altri sono convinti che "dopo sentenze così l'Italia è a rischio rivoluzione". Non mancano, del resto, gli attacchi ai politici, ai parlamentari e ai governanti che "scrivono le leggi" da applicare in tribunale "a beneficio della casta" e "dei potenti".

Molti sono i 'cinguettii' conditi da spunti satirici. C'è chi afferma che "alla fine è colpa degli operai, non dovevano morire proprio lì". Chi proclama che "l'Italia è un Paese fondato sulla prescrizione". Chi gioca con il nome del prodotto: "Sapevano benissimo che era nocivo e lo hanno chiamato Eternit confidando nella durata media di un processo in Italia". Chi azzarda un calembour: "I giudici hanno prescritto anche le letterine per Babbo Natale".

"E ora - conclude qualcuno - mi aspetto che la diossina dell'Ilva sia derubricata in aerosol".

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