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18 Ottobre 2014 - 10:58
Sergio Chiamparino
Meno tagli, rimodulati e spalmati lungo un arco temporale più lungo: le Regioni fanno i conti e verificano l'impatto dei tagli previsti dalla Legge di Stabilità, sul quale avanzano una propria proposta per tentare di arginare il "disastro" dei tagli da oltre 4 miliardi per il prossimo anno. Che poi non di 4 miliardi si tratta ma di 6 fa i calcoli l'assessore regionale al Bilancio della Toscana, Vittorio Bugli: ai 4 miliardi previsti ora bisogna aggiungere il miliardo già calcolato per il 2015 dal governo Monti, i 750 milioni introdotti dal governo Letta e i 250 milioni in meno derivanti dalla riduzione di introiti dovuta alla diminuzione dell'Irap.
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che oggi ha iniziato la giornata con un messaggio su Facebook, "basta tweet: tagli è tema complesso ma risolvibile se ci incontriamo con il ministero dell'Economia e la Presidenza del Consiglio" - attirandosi gli strali del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola secondo il quale "va superata la situazione penosa e grottesca per cui il dibattito sulla manovra lo si fa con twitter" - oggi spiega che le Regioni sono pronte con delle proposte "che ci consentono di rispettare il saldo dei 4 miliardi di tagli". "Ma il grado di complessità tecnico - spiega Chiamparino - è molto elevato e richiede un confronto per il quale occorre un mandato politico che deve venire da un incontro a Palazzo Chigi". Il messaggio - dice a fine giornata - e' stato recepito dal governo.
I governatori cominciano a fare i loro conti anche sui singoli bilanci. "Se resta così la legge di Stabilità avrà conseguenze catastrofiche in Lombardia", lancia l'allarme il governatore Roberto Maroni, osservando che da una prima valutazione "si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali, l'aumento dei ticket, delle addizionali Irap e Irpef e tagli a infrastrutture e trasporti". Il governatore della Toscana Enrico Rossi, invece, teme di dover aumentare il contributo che i ceti medi pagano per i servizi sanitari.
Rischia anche la cultura. Dall'assessore lombardo, Cristina Cappellini arriva un altro allarme: se confermati i tagli il rischio è che la Lombardia non possa più garantire i contributi per alcuni enti come il Teatro Alla Scala, il Piccolo Teatro, i Pomeriggi Musicali, il Centro Teatrale Bresciano oppure il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Lombardia Film Commission "per citarne solo alcuni, ma l'elenco è lungo''.
Ancora più forti le parole del coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, Massimo Garavaglia (Lega): "L'impatto di questi tagli è folle, devastante: se in Lombardia, dove siamo messi meglio, potremmo essere costretti a chiudere 10 ospedali, nel resto d'Italia sarà il deserto". I calcoli parlano di tagli per 930 milioni in meno per la Lombardia; 400 per il Veneto e il Lazio, 450 per Toscana e Piemonte, 90 in Liguria solo in sanità, 130 in Calabria. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, annuncia un ricorso contro la legge di stabilità. E ai tagli alle Regioni si aggiunge il miliardo di minori entrate alle Province, "che hanno i contratti per il riscaldamento delle scuole solo fino a Natale" e ai Comuni "vicini al collasso", dice il vicepresidente vicario dell'Anci Alessandro Cattaneo. Il presidente dell'Anci, Piero Fassino assicura che "i nostri tecnici e quelli di Regioni e Province stanno lavorando alla proposta che porteremo all'attenzione del Governo".
Nel complesso delle Regioni la spesa sanitaria costituisce circa il 75-80% del bilancio. Il Fondo sanitario, quest'anno pari a oltre 110 miliardi, dovrebbe passare a oltre 112 miliardi nel 2015 e 115,4 nel 2016, secondo quanto previsto dal Patto per la salute siglato in estate. Con 30 miliardi le Regioni finanziano tutti gli altri settori: principalmente trasporto, welfare, tutela idrogeologica del territorio. "Il Governo ha applicato i tagli al complesso della spesa delle Regioni - osserva l'assessore toscano Bugli - ovvero ai 140 miliardi, applicando il 3%, che fa 4 miliardi di tagli. Ma noi venivamo già da una stagione di forti tagli".
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