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NOVARA. Spinsero 14enne a suicidio, da pm ok a messa in prova

NOVARA. Spinsero 14enne a suicidio, da pm ok a messa in prova

Processo

Si tolse la vita a quattordici anni, nel gennaio del 2013, dopo essere stata vittima di episodi di cyberbullismo. Il caso di Carolina Picchio, di Novara, ora è approdato al tribunale per i minorenni di Torino, dove cinque ragazzini devono rispondere a vario titolo di atti persecutori, violenza sessuale di gruppo, pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico, diffamazione, morte come conseguenza di altro reato, detenzione di hashish.

Lo spettro di un rinvio a giudizio e di una condanna, per i cinque, sembra comunque allontanarsi. Il pm Valentina Serraroli, nel corso dell'udienza preliminare, si è detta favorevole alla cosiddetta "messa alla prova": significa sospendere la causa e affidare i cinque per un certo periodo ai servizi sociali, in modo che seguano percorsi di recupero. Uno strumento creato apposta per gli imputati minorenni ma che nel 2014 è diventato operativo - a certe condizioni - anche per i maggiorenni. Se ne riparlerà alla ripresa dell'udienza preliminare, prevista per il 17 giugno. Oggi i difensori hanno chiesto il proscioglimento dei cinque ragazzi e solo in seconda battuta la messa alla prova. "I ragazzi che sono stati ascoltati - ha detto uno degli avvocati uscendo dal tribunale dei minori - hanno risposto a tutte le domande in modo esemplare e dignitoso".

La storia di Carolina era diventata un caso simbolo di cyberbullismo, un fenomeno nuovo che sta accompagnando la diffusione di internet: le angherie, le offese e le minacce portate avanti sulle reti social. Era la storia di un ex fidanzatino arrabbiato che ad ottobre, dopo la fine della relazione, aveva cominciato a scagliare offese atroci a destra e a manca. Di un video, girato con un cellulare il 15 dicembre da altri tre giovanissimi, in cui la ragazzina compariva in atteggiamenti intimi: un filmato poi fatto addirittura circolare su whatsapp. Settimane di ingiurie, sberleffi, parole infamanti.

Un peso insopportabile, per la quattordicenne. Un inferno. La mamma diceva a Carolina - che abitava con il papà a Novara - di andare a stare da lei, a Oleggio. Ma il 5 gennaio la ragazzina, esasperata, si lanciò dalla finestra di casa.

"Il processo - spiegano gli avvocati - deve servire soprattutto a far comprendere ai giovani la gravità di quanto è accaduto privilegiando il percorso educativo". Gli assistenti sociali hanno già incontrato i ragazzi e hanno steso relazioni positive. L'estate scorsa l'ex fidanzatino di Carolina è rimasto paralizzato per un gravissimo incidente: un tuffo in mare su un fondale troppo basso. Ora non muove più braccia e gambe. "Sta studiando - afferma il suo legale - e si sta preparando ad affrontare la sua vita fuori dall'ospedale".

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