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ROMA. Riforme: con nuovo Senato cambierà Stato-Regioni

ROMA. Riforme: con nuovo Senato cambierà Stato-Regioni

Cambio in vista per il sistema delle conferenze, vale a dire Stato-Regioni, Unificata e Stato-Città, che regolano da tempo i rapporti tra amministrazione centrale e autonomie locali. Anche se tutto dipenderà dal timing della riforma del Titolo V e quindi dall'applicazione della legge Delrio che porta in grembo il varo del nuovo Senato federale. Il punto della situazione lo ha fatto il sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa, secondo il quale "la nuova architettura istituzionale aumenterà il bisogno di una sede politica in cui Stato e Regioni possano confrontarsi sulle politiche nazionali, sulle loro priorità e sulle scelte necessarie per attuarle".

La novità più significativa, ha ricordato il sottosegretario durante un'audizione in Commissione bicamerale per le questioni regionali, riguarda principalmente i rapporti tra Stato e Regioni: "penso a una Conferenza Intergovernativa di natura eminentemente politica, che preveda nella sua composizione anche rappresentanti dell'ente comunale, vale a dire il presidente dell'Anci". Nell'ipotesi messa a punto dal numero due di via della Stamperia, una delle novità di maggior peso riguarderebbe l'introduzione di una dialettica più diretta e semplificata tra Palazzo Chigi e governatori. "Questi incontri potrebbero tenersi due volte l'anno - ha aggiunto Bressa - per esempio nei primissimi mesi e alla vigilia della preparazione della legge di stabilità". Tutto ciò perché "con la riforma costituzionale si entra in un'altra dimensione, in cui c'è il Senato - ha sottolineato - che svolge la funzione legislativa a pieno titolo con il coinvolgimento del sistema delle regioni e delle autonomie". Del resto, ha ricordato, "le caratteristiche del regionalismo italiano aiutano a comprendere il perché del sistema delle Conferenze: da un lato l'assenza di una seconda Camera capace di dare voce al centro degli interessi territoriali; dall'altro il forte rilievo assunto dai Comuni, riconosciuto dalla Costituzione, in particolare all'articolo 118.1".

Sollecitato dai componenti della Commissione, e in massima parte dal presidente della stessa, Gianpiero D'Alia, Bressa ha tenuto a mettere al centro delle nuove conferenze il meccanismo delle intese, che però "va reso più agile e va soprattutto rapportato alla dimensione del Senato". Al cui interno, si è augurato, "logica vorrebbe che non ci fossero formazioni politiche, in luogo di un'organizzazione pensata per territori".

Rimanendo a Palazzo Madama il sottosegretario ha poi ribadito "le grandi responsabilità" a cui sarà chiamato il primo presidente, "visto che inevitabilmente le scelte che farà si ripercuoteranno sul lavoro futuro che quella parte del Parlamento sarà chiamato a svolgere".

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