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20 Luglio 2015 - 15:52
carabinieri (foto d'archivio)
I carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza e del R.o.s. stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare a carico di componenti di un'organizzazione criminale dedita al traffico illecito di reperti trafugati dalle piu' importanti aree archeologiche della Calabria.
Al centro delle indagini un articolato sodalizio criminale, diretta emanazione della cosca 'Mancuso', egemone nella provincia di Vibo Valentia.
Sono in corso numerose perquisizioni nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Napoli, Avellino, Roma e Asti. I dettagli dell'operazione verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa alle 11 presso il comando della legione carabinieri Calabria a Catanzaro.
È coinvolta anche una persona di nazionalità svizzera nell'operazione, denominata "Purgatorio", coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza e del Ros che ha portato all'arresto dei componenti di un'organizzazione criminale dedita al traffico illecito di reperti archeologici diretta emanazione della cosca Mancuso della 'ndrangheta.
Lo svizzero coinvolto è noto per essere, a sua volta, un trafficante internazionale di reperti archeologici e che, nel caso specifico, si sarebbe interessato a ritrovamenti effettuati in Calabria.
Nel corso delle indagini è stata effettuata anche una rogatoria internazionale con la Procura di Thun (Berna) che ha portato ad una perquisizione nell'abitazione del trafficante svizzero. I reperti trovati nell'abitazione dell'uomo, che gli erano stati inviati direttamente dalla Calabria, sono stati sequestrati e riportati in Calabria.
Durante le perquisizioni, che hanno riguardato diverse province italiane, sono stati trovati anche metal detector e altro materiale utilizzato dall'organizzazione criminale per la ricerca di reperti archeologici.
L'inchiesta della Dda di Catanzaro nell'ambito della quale sono stati effettuati gli arresti è stata coordinata dai due procuratori aggiunti, Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri, e dal sostituto Camillo Falvo.
Sono sette le persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Purgatorio", coordinata dalla Dda di Catanzaro, su un traffico di reperti archeologici.
Tra le persone finite in manette il boss Pantaleone Mancuso, di 78 anni, detto "Vetrinetta", uno dei capi storici dell'omonima cosca della 'ndrangheta.
Ai domiciliari anche l'archeologo Giuseppe Braghò, noto per i suoi studi sui Bronzi di Riace. La persona di nazionalità svizzera coinvolta nell'operazione è Luigi Fabiano, residente a Berna in Svizzera. Nei suoi confronti è stata applicata la misura cautelare del divieto di dimora nel territorio comunale di Vibo Valentia.
Sono quattro (e non sette, come si era appreso in un primo tempo) le persone arrestate nell'operazione "Purgatorio" dei carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale della Calabria e del Ros, coordinata dalla Dda di Catanzaro, con la quale è stata sgominata un'organizzazione criminale dedita all'impossessamento e al trasferimento all'estero di reperti archeologici.
In carcere è finito Pantaleone Mancuso, di 68 anni, detto "Vetrinetta", mentre gli arresti domiciliari sono stati disposti per Giuseppe Braghò (68), Francesco Staropoli (56), Giuseppe Tavella (54).
Destinatari della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Vibo Valentia sono, invece, il trafficante internazionale di reperti archeologici Luigi Fabiano (47), svizzero di origini italiane, Orazio Cicerone (42) e Pietro Proto (53).
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