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Ombre su Torino
30 Maggio 2024 - 00:51
Valle di Susa, fine degli anni ’90.
Tra l’agosto del 1996 il gennaio 1998 si verificano 14 sabotaggi attribuibili al nascente movimento che si oppone al TAV Torino – Lione, rivendicati dal sedicente gruppo terroristico dei “Lupi Grigi”. Viene colpito il municipio di Caprie, alcune centraline elettriche, impianti della Telecom, della Omnitel e di Mediaset.
Poliziotti della Digos e carabinieri del ROS, su mandato dei procuratori di Torino Laudi e Tatangelo, dopo un’indagine condotta con l’uso estensivo di intercettazioni ambientali, telecamere e perquisizioni a tappeto, il 5 marzo 1998 arrivano alla Casa Occupata di Collegno.
In quell’edificio, che ospitava l’obitorio del manicomio della Certosa, vivono due anarchici Maria Soledad Rosas e Edoardo Massari, Sole e Baleno.
Sole e Baleno
Vengono arrestati e poco dopo finisce in manette anche un terzo uomo, Silvano Pellissero. Sono i colpevoli perfetti.
Pellissero, 37 anni, fabbro e agricoltore, è già finito in carcere nel 1981 quando la stalla nella quale lavorava col padre prese fuoco. Chiamati i vigili venne trovato un piccolo arsenale.
Silvano Pellissero
Massari, 35 anni, ha un passato di frequentazioni di centri sociali torinesi (al El Paso diventerà “Baleno”) e già un paio di condanne: ha preso 7 mesi per aver defecato sulla bandiera nazionale durante uno sgombero e 2 anni e 8 mesi quando, mentre aggiusta una bicicletta, gli esplode la bombola del gas che sta utilizzando e la polizia che accorre scopre «chiodi a tre punte e polvere nera, piombini e un manualetto da piccolo chimico».
La Rosas arriva in Italia nel 1997, a 23 anni. In cerca di un tetto a Torino, lo trova grazie alla Federazione Anarchica Italiana che la indirizza all’Asilo Occupato di Via Alessandria, dove incontra Massari (di cui si innamorerà e diventerà la fidanzata) e Pellissero. È una studentessa, figlia di un sergente dell’esercito e con una gioventù burrascosa. In Italia partecipa a iniziative in favore dei prigionieri politici, si interessa di ecologia.
Nonostante la mancanza di prove schiaccianti, il 7 marzo 1998 il GIP conferma l’arresto. L’accusa è devastante: associazione sovversiva con finalità di terrorismo (art. 270 bis).
I media si scatenano. I 3 diventano “ecoterroristi” e le prime pagine sono tutte per loro. «I Lupi grigi presi nei centri sociali – Lunga indagine con un infiltrato, sequestrate bombe e micce», «Squatters anarchici con la passione delle armi» (La Stampa), «Fermati tre sovversivi – Una pista sugli attentati anti-Tav in Val Susa» (La Repubblica). Le fantomatiche armi e bombe non verranno mai trovate.
Il 26 marzo il tribunale respinge ogni istanza di liberazione.
Il 28 marzo, nel carcere delle Vallette, Edoardo Massari (Baleno) viene trovato impiccato con le lenzuola della sua branda. Le modalità dell’apparente suicidio non sono mai state chiarite fino in fondo.
Dopo una straziante visita a Baleno all’obitorio e una commuovente lettera a descrizione minuziosa della sua condizione in carcere, Sole inizia lo sciopero della fame. Poco dopo ottiene gli arresti domiciliari e finisce alla comunità Sottoiponti di Benevagienna. Qui, l’11 luglio 1998 viene trovata impiccata con le lenzuola al tubo di una doccia.
L’unico ancora vivo ad andare a processo sarà Silvio Pellissero che viene condannato a 6 anni e 1 mese. Dopo 4 anni passati in carcere con l’accusa di essere un terrorista, nel 2002, la Cassazione farà cadere l’accusa più grave e ridimensionerà il fatto in associazione per delinquere.
Sole e Baleno diventeranno icone del movimento NO TAV, protagonisti di decine di scritte e di disegni dedicatigli sui muri di Torino, eroi maledetti di intere generazioni di anarchici di tutta Italia. Ma soprattutto il tragico simbolo dell’accanimento giudiziario e di una insensatamente violenta campagna di stampa.
E, se non fosse abbastanza, di un breve ma intensissimo amore spezzato per sempre dalle sbarre del carcere.
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