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Marmo di Gassino: i ricercatori di Torino in visita alle cave di calcare

Una bella opportunità per valorizzare questo materiale locale

La chiesa dello Spirito Santo dall'alto (foto di Angelo Gilardi)

La chiesa dello Spirito Santo dall'alto (foto di Angelo Gilardi)

Che cos’hanno in comune l’altare della Chiesa dello Spirito Santo di Gassino, la parte bianca esterna della chiesa parrocchiale locale, l’ingresso della Basilica di Superga, il cortile del Rettorato dell’Università di Torino e il portale di Palazzo Carignano? Semplice, il fatto di essere costruiti con il calcare, o “marmo”, di Gassino tipico della zona e con cui sono stati costruiti molti edifici barocchi. 

In città a valorizzare questo tipo di materiale è presente un’associazione, “gli Amici del Calcare”, fondata nel 2014 e costituita da un gruppo di volontari che hanno l’obiettivo di rivalutare il “marmo di Gassino”.

In Italia ci sono 3 o 4 affioramenti (o cave) di questo tipo: la più importante è in Veneto e, subito dopo, viene Gassino. In collina un tempo si trovavano ben 11 cave, sviluppatesi sopra il cimitero cittadino e oltre la strada che va verso Sciolze. 

La novità, in questo contesto, è che, martedì 15, a Gassino verranno accolti i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra di Torino. 

“Verranno qui per fare un lavoro di repertazione - spiega Piercarlo Porporato, presidente degli Amici del Calcare - sono stato contattato per fare un sopralluogo per i loro lavori di mappatura delle cave piemontesi. Faremo fare loro una visita alle cave e seguirà un censimento: per noi è un’opportunità molto importante, perché da qui si potranno aprire delle future collaborazioni. Una bella occasione per validare e far conoscere il marmo di Gassino”.  

Sempre sul tema del calcare, poi, giovedì 16 marzo si terrà a San Raffaele una serata dedicata a questo materiale, curata proprio da Porporato e intitolata “Il calcare, il marco, la pietra di Gassino”.   

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