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Il caso
30 Dicembre 2022 - 17:20
Tangenziale di Torino (immagine d'archivio)
Dopo una lunga serie di incidenti in collina, di cui l’ultimo avvenuto durante la nevicata di giovedì 15 dicembre (un tir ribaltatosi contro un auto), si è tornato a parlare di Tangenziale Est, o Gronda Est, il famigerato progetto che dovrebbe collegare la collina e il chierese con Torino.
In soldoni, qual è il problema? Mancando un collegamento diretto con Torino, tir e camion passano per la collina (su strade non adatte a questo tipo di trasporti) e si ribaltano, causando incidenti, enormi rischi e strade bloccate.
L'ultimo incidente, giovedì 15 dicembre, tra Sciolze e Vernone
Lunedì 19 dicembre, poi, in quel di Torino, si è tenuto un incontro tra gli amministratori della collina e quelli di Città Metropolitana, per parlare del progetto della Gronda Est. A fine giornata, sono arrivate le prime timide riposte: Torino avrebbe accantonato 100mila euro per la redazione di uno studio di fattibilità proprio per la Tangenziale Est. Gli amministratori locali da tempo chiedono che l’impasse su questo progetto si sblocchi, anche se giustamente ognuno ha le sue richieste, connesse a viabilità, possibili deturpazioni del paesaggio e inquinamento.
Jacopo Suppo, vice-sindaco di Città Metropolitana, all'incontro di lunedì' 19 dicembre
Se da Città Metropolitana sono arrivate le prime comunicazioni sul fatto che “il progetto si farà”, i cittadini della collina si stanno muovendo in tutt’altra direzione. “Io sono venuto a vivere qui per stare tranquillo, non per avere i tir che mi passano sotto casa” dice qualcuno, con altri che rincarano: “si parla tanto di Tang-Est, non si potrebbe fare una rotonda all’incrocio tra Rivalba, Sciolze e Vernone? Quel tratto è molto pericoloso!”.
Al coro di proteste, adesso, si sono aggiunti gli ambientalisti di Fridays For Future di Chieri: “le colline che circondano la nostra città ospitano piccoli paesi, campi e zone coltivabili. Noi dipendiamo dall’aria, dall’acqua e da ecosistemi sani, non dal cemento - si legge nell’ultimo loro comunicato - diciamo nuovamente no a questo progetto, non perchè tocca il nostro giardino, ma perchè non vogliamo un sistema che mette il profitto davanti a tutto, davanti alla vita, alla salute e ai diritti. Che le risorse vengano usate per combattere la crisi climatica”.
La foto postata sui social assieme al comunicato dei Fridays For Future di Chieri
Come in tutte le proteste che si rispettino, però, a capitanare l'opposizione è stato il Comitato NoTangEst-NoGronda. L'opera, stando a quanto affermano, andrebbe gravemente ad intaccare il territorio della collina, area al momento tutelata dall'etichetta MAB di UNESCO (riconoscimento fornito per luoghi in cui uomo e natura convivono in perfetta armonia).
"Nuovamente viene proposta la TANGENZIALE EST-TANGENZIALINA-GRONDA, che taglia la collina torinese tra Chieri e Gassino/Castiglione. Già l'indefinitezza della classificazione denota un parlare che non si basa su serie analisi di fattibilità, e si intende replicare -al costo di altre centinaia di migliaia di euro- il precedente studio del Politecnico - si legge nel loro ultimo comunicato - già in passato il progetto ha trovato la ferma opposizione di un movimento di cittadini che hanno contestato l'inutilità dell'opera ed il grave danno ambientale che questa comporta, trasformando l'area collinare in un'anonima periferia di Torino, distruggendo un territorio che ancora conserva un valore naturalistico riconosciuto dall'UNESCO (il MAB) e azzerando la possibilità di ricevere i relativi finanziamenti previsti per quelle aree dove la campagna ancora convive con una equilibrata presenza abitativa".
"Dove sono quegli amministratori consapevoli della necessità di progettare uno sviluppo del territorio che non si limiti alla costruzione di infrastrutture stradali? Dove sono finiti tutti quegli amministratori che discettano di 'green' e di 'sviluppo sostenibile'? La collina ad est di Torino non è un posto per Tir e per strade a scorrimento veloce - continuano - i divieti agli autoarticolati ed i limiti di velocità già ci sono. Occorre farli rispettare. Lasciamo in pace i boschi, anzi facciamo un piano di miglioramento delle aree boschive, non occupiamo con infrastrutture il sempre più scarso terreno agricolo, non peggioriamo la qualità dell'aria (da noi monitorata nella campagna Che Aria che Tira) con concentrazioni di NO2 già fuori dai parametri fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ma sviluppiamo un'agricoltura più rispettosa dell'ambiente. Non più un euro per il trasporto privato di merci e persone, non più un metro per un'ennesima sospetta infrastruttura".
Tangenziale sì o tangenziale no? Favorire la viabilità o preservare l’ambiente? Si riuscirà a trovare un giusto compromesso? Le domande sull’argomento sono tantissime e le risposte incerte, la cosa sicura, però, è che questa bagarre è ancora ben distante da una soluzione definitiva.
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