AGGIORNAMENTI
Cerca
Ivrea
23 Gennaio 2024 - 23:25
Gunter Demnig
Il 27 gennaio un sano imperativo della Memoria porterà nelle case, nelle scuole, nelle strade volti e storie degli ebrei deportati e sterminati nei campi di concentramento nazisti, dei politici e militari deportati e uccisi anch'essi e di tutti coloro che si opposero fino al sacrificio della vita a questo orrore.
L'ANPI lancia un : il 27 gennaio troviamo un momento per radunarci, laddove presenti, intorno alle ', a quei segni tangibili della memoria dove sono impressi i nomi delle vittime. Ricordiamoli, raccontiamo, leggiamo la loro storia, o anche solo il loro nome.
Questo faremo sabato 27 gennaio, alle ore 11, recandoci con una delegazione dell’Anpi e una rappresentante del Consiglio comunale in via IV Martiri, davanti alla Sinagoga ebraica, per rendere omaggio, assieme alla Comunità ebraica, a tre nostri concittadini: Perla Foà, Giuseppe Foà e Davide Foà, deportati e deceduti nel 1944 nel campo di concentramento di Auschwitz, e qui rappresentati dalle tre pietre d’inciampo posizionate sei anni fa dall’artista tedesco Gunter Demnig.
Cari amici, ricordiamo perfettamente quel triste mercoledì 17 gennaio 2018, quando demmo l’ultimo saluto ad Amos Messori al Cimitero di Ivrea. Poi, con la morte nel cuore, ci spostammo nel centro cittadino, in via IV Martiri, ex via Palma (nell’antico Ghetto ebraico) per la posa di “Pietre d’inciampo” in ricordo di Perla Foà, Giuseppe Foà e Davide Foà, deportati e deceduti nel 1944 nel campo di concentramento di Auschwitz.
Si trattava di una iniziativa che in qualche modo continuava la posa dei “totem” dedicati a Martiri della Resistenza. La Resistenza fu, infatti, un fatto collettivo che coinvolse, in vari modi, un’intera popolazione: donne e uomini nelle campagne e nelle città, militari, internati, deportati. Ora, con l’avanzata o addirittura prese di potere di destre razziste e xenofobe, è più che mai necessario stringerci in una memoria consapevole dicendo convintamente di no al fascismo.
Le “Pietre d’inciampo” sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Sono piccole targhe di ottone incastonate nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. Ogni targa riporta la dicitura “Qui abitava…”: il nome della vittima, data e luogo di nascita, data di morte o della scomparsa (se conosciute).
Esse nascono da un progetto artistico ispirato da ragioni etiche, storiche e politiche, sono strumenti contro l’oblio, il negazionismo e il revisionismo storico e sono diffusi in centinaia città europee e in diciassette Stati, tra cui l’Italia, e ciascuno di essi, in modo transnazionale, partecipa alla costruzione di questo monumento diffuso, mosaico di memorie europee.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.