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Eporedia Futura

L’estate sta finendo

Pochi servizi, attività commerciali chiuse o con orari poco funzionali per la clientela, offerta culturale e di intrattenimento pressoché inesistente e comunque poco pubblicizzata.

Storie di un consiglio di mezza estate

“E un anno se ne va”, cantavano i Righeira nel 1985, e anche questa stagione non ha di certo deluso le aspettative, permettendo agli svogliati fruitori dei canali d’informazione di racimolare prezioso materiale da polemica, l’unico sport estivo che ha superato in popolarità i racchettoni sul bagnasciuga.

In questo spazio non intendo gettare ulteriore benzina sul fuoco, nella speranza che, come le tintarelle che colorano gli appassionati del sole, svaniscano insieme all’afa di queste ultime settimane.

Se a livello nazionale nessuno ha risparmiato la propria autorevole opinione sul libro del Generale Vannacci, sull’aggiunta di due euro per il taglio a metà del toast e per le tante altre questioni di fondamentale importanza, sulle sponde della Dora, invece, la situazione sembra più tranquilla: qualcuno ha già iniziato a parlare della Fondazione dello Storico Carnevale, i cui organi verranno a breve rinnovati dall’Amministrazione comunale, mentre altri preferiscono occuparsi delle auto Euro 5, di criticare la movida o di pettegolezzi di minore rilevanza.

Sta di fatto che ognuno, liberamente, sceglie la propria attività prediletta, specialmente quando il caldo torrido che ci ha colpiti rende tutto più faticoso. Ciononostante i primi tre argomenti necessiterebbero di un editoriale ciascuno, data l’importanza dei temi e la serietà con cui essi debbano essere affrontati.

Sta di fatto che ognuno, liberamente, sceglie la propria attività prediletta, specialmente quando il caldo torrido che ci ha colpiti rende tutto più faticoso ... .

Voglio però utilizzare questo spazio per tentare di fare un bilancio, alle porte dell’autunno, di questa estate eporediese. Indubbiamente l’interesse turistico per la nostra città sta crescendo e lo ha dimostrato la presenza di numerosi visitatori, forse soprattutto stranieri. Si tratta di un’opportunità unica nel suo genere che l’amministrazione comunale, insieme alle eterogenee anime della società civile, deve essere in grado di sfruttare al massimo per rilanciare l’immagine di una città capace di attrarre ma spesso non in grado di far tornare le persone che la vedono per la prima volta.

Pochi servizi, attività commerciali chiuse o con orari poco funzionali per la clientela, offerta culturale e di intrattenimento pressoché inesistente e comunque poco pubblicizzata. Insomma, uno scenario assolutamente non all’altezza di una città turistica. Perché, purtroppo, è ciò che accade nella maggior parte dei casi: i riconoscimenti arrivano prima dell’attuazione di progetti a lungo termine. Quante volte, non solo durante l’ultima campagna elettorale, si è sentito parlare del titolo UNESCO come un fondamentale volano per la conoscibilità della nostra città? Fin troppe, dato che poi rischia di rimanere lettera morta e di portare alla delusione delle aspettative dei nuovi bacini di turisti.

La triade cultura – turismo – commercio risulta ancora una volta totalmente incompresa e lo dimostra anche la ripartizione di queste deleghe a tre membri differenti della Giunta comunale (rispettivamente Chiantore, Fresc e Dulla).

Se si vuole far ripartire Ivrea sotto questo punto di vista è fondamentale comprendere la sostanziale correlazione tra i tre aspetti e agevolare il più possibile le sinergie tra gli operatori dei settori, non solo a livello comunale ma anche territoriale.

Un’amministrazione comunale può e deve indicare la via da seguire e fare da regista del processo, altrimenti non stupiamoci se i turisti, ahinoi scontenti, non torneranno.

Questa ipotesi non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione perché noi Eporediesi dovremmo aver ben chiaro in mente il valore del nostro territorio, delle bellezze che vi si trovano e delle eccellenze che ha da offrire. Non possiamo permettere che tutto questo sia insufficiente per la sola colpa di chi non vuole capirne la potenzialità.

 

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