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Ivrea
04 Settembre 2023 - 16:08
Il sindaco Matteo Chiantore
Prevista oggi, slitta - probabilmente a giovedì prossimo - la riunione della commissione intergovernativa che dovrà decidere il futuro dei lavori alla volta del traforo del Monte Bianco. All’organismo italo-francese spetterà il compito di stabilire se posticipare l’inizio del cantiere alla prossima settimana o rinviarlo di un anno, all’autunno 2024.
Dopo la chiusura ai mezzi pesanti del Fréjus per la frana caduta in Savoia (Francia) il 27 agosto scorso, è stato infatti deciso di sospendere l’avvio del riammodernamento previsto proprio da oggi e fino al 18 dicembre prossimo.
Entro un paio di giorni sono attese informazioni sui tempi di riapertura del Fréjus, tra il Piemonte e la valle francese della Maurienne, ai mezzi pesanti: dopo il sopralluogo del 31 agosto scorso, il ministro francese dei Trasporti, Clément Beaune, aveva stimato che la circolazione potesse riprendere entro venerdì 8 settembre. Sul versante italiano del Bianco al momento il traffico è scorrevole mentre sul lato francese l’attesa è di 30 minuti: è possibile che torni a intensificarsi nel corso della giornata, con la ripartenza dei camion.
Molto dipenderà anche dalla scelta di privilegiare o meno l’itinerario che passa per Ventimiglia.
La scorsa settimana a Courmayeur (Aosta) e Chamonix (Francia) per le auto c’erano state attese fino a tre ore, per i mezzi pesanti i tempi erano stati anche ben superiori, per via delle soste obbligate nelle aree di regolazione.
Caos anche a Ivrea e Pavone le cui strade nei pressi del casello sulla Torino-Aosta sono state utilizzate, dalla chiusura del Frejus in avanti, per regolare, parcheggiare e filtrare il gran flusso di mezzi diretti al Monte Bianco.
Su questo, se non altro, c’è una soluzione che verrà messa in pista già nelle prossime ore. L’idea è tutta del sindaco di Ivrea Matteo Chiantore.
Ha preso carta e penna e scritto a Prelios proprietaria dell’ex area Olivetti di Scarmagno, chiedendo la disponibilità all’utilizzo dei piazzali “abbandonati”. La risposta, a stretto giro di email indirizzata anche al Prefetto di Torino, è stata un bel “si”. Ora toccherà al Prefetto, congiuntamente a Forze dell’Ordine e Protezione civile, organizzare a Scarmagno il “deflusso”
Insomma, il rischio paralisi sembra scongiurato.
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