AGGIORNAMENTI
Cerca
Carnevale di Ivrea
20 Dicembre 2022 - 15:42
Stato Maggiore 2019
"In considerazione del fatto che nel corso degli ultimi anni in cui si è svolta la manifestazione gli Aiutanti di Campo sono stati chiamati ad un numero sempre maggiore di impegni, il Circolo Ufficiali Stato Maggiore, di intesa e collaborazione con il Comando di Stato Maggiore in carica nell’ultima campagna svolta, ha richiesto alla Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea di valutare la possibilità di nominare un quarto Aiutante di Campo. Una richiesta a sua volta inoltrata – e accolta in via sperimentale e limitata alla sola campagna 2023 - dal Sindaco Stefano Sertoli...".
Così, ieri, la Fondazione dello Storico Carnevale in un comunicato stampa.
Approfondendo la notizia si scopre però che quanti debbano essere gli "Aiutanti" non è scritto con il fuoco da nessuno parte. Furono 4 anche nel 2006 e prima del 1989 ci sono stati anni in cui se ne sono contati addirittura cinque.
E allora perchè tanto clamore?
Perchè tutta questa "fotta" di sottolinearlo?
Anche questo in realtà è scritto nel "comunicato". In poche parole: per accontentare il "Circolo Ufficiali". Sono stati loro a richiederlo. Lontani i tempi (correva il 2020) delle battaglie legali per quel bando (ragionato a tavolino nei modi e nei tempi per pubblicizzarlo) che aveva bocciato e tagliato fuori 29 aspiranti alla carica di Ufficiale per far largo agli amici del "Generale" Vincenzo Ceratti, da queste parti pare essere tornato il sereno, sia tra Fondazione e Circolo, sia tra Circolo e Stato Maggiore.
Insomma è questa la notizia ma è di ben altro che si sta discutendo in queste ore in città con l'approssimarsi della tradizionale consegna di "sciabola e feluca" in programma per l'Epifania al suono delle musiche di "Pifferi e tamburi".
Non è scritto da nessuno parte, infatti, men che meno nel Cerimoniale se in questa occasione debba esserci chi li ha ricevuti per ultimo o l'ultimo che li ha tenuti in mano. Nel primo caso al fianco del cittadino designato Marcello Feraudo ci sarebbe il Generale (anche se solo per un giorno) Alberto Bombonato, nel secondo caso il Generale Vincenzo Ceratti. Un rompicapo mica da ridere. Esiste come sempre una terza via: fuori uno e pure l'altro, si potrebbe chiamare uno dei 4 Aiutanti di Campo e anche questo è già successo in passato.
Vincenzo Ceratti e Alberto Bombonato
Per la cronaca le braje bianche nell’edizione 2023 verranno indossate da Dario Vallino, alla sua quinta esperienza in questa veste, Alberto Tosin, Riccardo Paglia e Massimo Lova, tutti al terzo anno nel ruolo... .
Le braje bianche indicano il ruolo più prestigioso all’interno dello Stato Maggiore napoleonico. A loro il compito di tramandare la tradizione assistendo i personaggi principali non solo nei momenti più impegnativi e delicati della Manifestazione ma anche nei preparativi della Festa e nei appuntamenti dopo la chiusura ufficiale.
Anche in questa occasione, pare di capire, si sia optato per non nominare un “amico del Generale”, ovvero una persona vicina al protagonista ma senza i requisiti. In verità è da un mucchio di anni che l’Aiutante amico del Generale non c’è più. L’ultima volta è stato con il Generale Maurizio Neviani che scelse l’amico Paolo Bravo, a sua volta Generale nel 1996.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.