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Cuorgnè
05 Dicembre 2022 - 16:29
Il ponte sul torrente Orco
Il ponte di Cuorgnè è stato riaperto sabato 26 novembre, in anticipo di dieci giorni rispetto al previsto.
Non si tratta della riapertura definitiva - ne siamo lontani - ma di quella già programmata per il periodo natalizio.
La decisione spettava alla Città Metropolitana – proprietaria del ponte e quindi committente dei lavori – ma è stata presa in collaborazione con l’amministrazione di Cuorgnè, che in un comunicato ringrazia “il dirigente del settore viabilità, la direzione lavori e l’impresa per quanto fatto sino ad ora e per aver accolto la nostra istanza affinché l’accesso al centro cittadino venisse riaperto in anticipo”.
I disagi per chi doveva recarsi quotidianamente in città dalle frazioni e dalle vallate situate sulla sponda sinistra dell’Orco sono stati notevoli e pesanti le ripercussioni sul commercio cuorgnatese. Poter riattraversare il ponte rappresenta per tutti un sollievo: lo sarebbe stato anche nel caso di un senso unico alternato. Si transita invece liberamente, sia pure su un asfalto rattoppato e senza illuminazione.
Non tutti sono soddisfatti: alcuni si sono insospettiti, forse anche perché la nota della Città Metropolitana non indicava una data per la ripresa dei lavori.
E c’era chi lamentava giorni interi di inattività delle imprese incaricate e l’assenza di risultati visibili. Il sindaco Giovanna Cresto ribadisce che “la sospensione era prevista. Abbiamo chiesto che venisse anticipata perché il calendario dei lavori è stato modificato e, se fosse iniziata ora la nuova fase, non si sarebbe potuto poi riaprire per Natale. In questo modo verrà posticiperà la data di fine-lavori ma l’impatto sul commercio sarà minore in febbraio che in dicembre. Spiace per l’assenza di illuminazione: i pedoni certo non ne saranno contenti ma ripristinarla temporaneamente si è rivelato impossibile”.
Riguardo ai momenti di inattività precisa: “E’ vero, ci sono stati giorni nei quali sul ponte nessuno ha lavorato. Le imprese coinvolte sono cinque e coordinare tutti gli interventi è complicato: non sempre, appena una finisce, può entrare in azione l’altra. L’impressione che si sia fatto poco deriva dal tipo di operazioni svolte nella fase iniziale, che hanno riguardato cavi e tubazioni”.
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