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Borgofranco d'Ivrea
17 Novembre 2022 - 18:25
L'arcivescovo, ora presidente dei vescovi USA, Timothy Paul Broglio
Da Borgofranco d’Ivrea fino a giungere a Washington, District of Columbia USA, per diventare presidente dei vescovi americani. Nella giornata di ieri, mercoledì 16 novembre, l’arcivescovo Timothy Paul Broglio, di origini borgofranchesi, è stato eletto come presidente dei vescovi USA con ben 138 voti su 237 ottenuti durante l’assemblea plenaria autunnale di Baltimora.
70 anni e una vita passata al servizio della Chiesa. Negli anni Trenta il borgofranchese Antonio Broglio, padre dell’arcivescovo Timothy Broglio, decise di recarsi oltreoceano in cerca di fortuna.
“Il padre era un medico, e giunto negli Stati Uniti iniziò a lavorare per un ospedale di Cleveland, in Ohio” ci racconta Egidio Torreano, borgofranchese e cugino dell’arcivescovo. “Antonio, detto Tonino, in Ohio ha conosciuto una donna americana, da lei ha avuto 5 figli e l’ultimo è proprio Timothy - spiega Torreano - da ragazzo Timothy ha sempre frequentato la chiesa locale, finché la diocesi di Cleveland non lo ha inviato a Roma per frequentare l’università Gregoriana, dove si è laureato in teologia. Da lì, negli anni Ottanta, è riuscito ad entrare nel corpo diplomatico della Santa Sede come segretario”.
La fede di Broglio, negli anni, non è passata inosservata: Giovanni Paolo II, nel 2001, lo ha nominato arcivescovo della cittadina di Amiterno, in Abruzzo, e, sempre nello stesso anno, Broglio è partito alla volta del Sud America, con destinazione Repubblica Dominicana e Porto Rico, come nunzio apostolico (rappresentante pontificio della Santa Sede in missione in un altro stato, ndr).
“Nel 2008 Timothy è rientrato a Roma ed è stato nominato segretario del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato - afferma il cugino - è stato anche eletto come responsabile delle truppe americane nel mondo: in questi ultimi anni ha svolto moltissimi compiti e ha viaggiato tantissimo, specialmente in Medio Oriente dove sono stanziati molti soldati americani”.
Dulcis in fundo, poi, la nomina a presidente dei vescovi americani. Insomma, per la comunità borgofranchese sicuramente un onore; ma, quali sono i legami dell’arcivescovo con il suo paese d’origine?
“Timothy è l’unico, tra gli altri suoi 4 fratelli, che ha conservato un certo attaccamento all’Italia: ama moltissimo questo paese ed è venuto qui in Canavese l’ultima volta ad agosto. Parla benissimo la lingua e ama la cucina italiana, diciamo che non ha “tradito” le suo origini - afferma scherzosamente Torreano - Timothy è una persona molto affabile, ma è anche “quadrato”, è preciso. Non mi stupisce che sia arrivato dove è arrivato, è una persona di una rettitudine immensa”.
Insomma, una bella soddisfazione per la comunità borgofranchese; per il momento, si può dire che sulla bandiera del Vaticano e su quella a stelle e strisce campeggi anche un po’ di Canavese.
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