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Un botto... e Ivrea fu salva

Un botto... e Ivrea fu salva
Com’è tradizione, nel pomeriggio di giovedì scorso, Anpi e simpatizzanti si sono ritrovati per ricordare l’audace impresa dei partigiani Alimiro e D’Artagnan che nella notte tra il 23 e 24 dicembre del 1944 fecero saltare il ponte ferroviario salvando la città dai bombardamenti delle forze tedesche. Un’azione definita di “ingegneria partigiana” dall’illustre accademico Piero Calamandrei. E’ seguita la “Pastasciutta antifascista” allo Zac!, un momento di allegria ispirato al 25 luglio del 1943, quando i fratelli Cervi festeggiarono la caduta del fascismo offrendo la pasta ai compaesani. Presente all’appuntamento anche il presidente del consiglio Diego Borla. [embed]https://vimeo.com/riccardopetrillo/rondini[/embed] “Quando ci ritroviamo, come questa sera, stretti attorno alla memoria di tempi ormai lontani, noi parliamo di libertà - ha sintetizzato una storia troppo lunga da raccontare il presidente dell’Anpi Mario Beiletti -  facciamo esercizio di libertà. Realizziamo il significato della democrazia, che è appunto potersi riunire, parlare, ricordare, progettare. Noi siamo qui, liberi Cittadini, a dire che ci sono valori che non si toccano, che fanno parte di noi e che difenderemo con la stessa determinazione dei nostri Padri. Nella vita personale e in quella sociale e politica, c’è sempre un fiume che ci ostacola, un precipizio da affrontare. Per i nostri Padri fu la dittatura nazista e fascista, la guerra, l’occupazione. A noi tocca invece il disgregarsi dei valori morali e civili, il liberismo senza freni e l’avanzare di una nuova destra che io continuo a chiamare fascismo, aggravata oggi da una pandemia che fa risaltare ancora di più le ingiustizie sociali ed economiche. Ma, allora come oggi, di fronte alle difficoltà occorre reagire, e c’è sempre un ponte da superare, l’animo da gettare oltre l’ostacolo, perché sull’altra riva c’è la speranza. Fosse pure utopia, vale la pena di provarci. Gli uomini che compirono l’impresa del ponte d’Ivrea sapevano sognare ma non solo, sapevano anche agire, ed è ciò che si richiede anche a noi tutti.”. 
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