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13 Novembre 2024 - 18:45
Camminiamo spesso su sentieri ricchi di tesori, inconsapevoli delle storie che hanno plasmato i luoghi che abitiamo e che distrattamente attraversiamo senza domandarci quali preziosi racconti abbiano in serbo per noi.
Conoscere il passato ci permette di riscoprire le nostre radici e di creare un legame profondo con il territorio che abitiamo; le nostre vite possono fondersi con le storie di vita che ci hanno preceduto, facendoci sentire parte di una storia collettiva e rendendo più autentico il nostro modo di vivere i luoghi.
Proprio da questo principio sono partiti gli autori di “La guida delle guide. A due passi da Torino. Tredici itinerari intorno alla città” un nuovo volume della collana Neos Edizioni curato da Cinzia Ballesio e realizzato da un gruppo di guide turistiche locali.
Il libro nasce con l’intento di svelare i segreti nascosti nei luoghi meno conosciuti del circondario torinese, orientando i lettori verso l’organizzazione di “gite fuori porta”, da vivere appunto “ a due passi da Torino” con la volontà di far sorgere in loro un senso d’appartenenza e un legame profondo con i luoghi del Piemonte.
Il volume edito con Neos
Il libro ci conduce in un percorso alla scoperta di luoghi iconici come il Villaggio Leumann e il Castello di Rivoli, ma anche di gemme nascoste. Con tredici itinerari dettagliati, le guide turistiche accompagnano i lettori in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, svelando aneddoti, curiosità e approfondimenti storici. Lo stile è narrativo e non didascalico, una sorta di vera e propria visita guidata.
Il volume, appena uscito, è stato presentato i primi di novembre alla Biblioteca civica Centrale di Torino alla presenza di Cinzia Ballesio, Barbara Sapino, Silvia Ramasso e Giusi Ferrero Merlino.
“E' stata una bella sfida cogliere l’invito della collega Cinzia Ballesio a mettere su carta la narrazione che normalmente facciamo durante una visita guidata – ha spiegato Barbara Sapino - ho chiesto a Giusi Ferrero Merlino di condividere questa esperienza visto che entrambe oltre ad essere guide turistiche amiamo il nostro territorio e desideriamo raccontarlo e da oggi anche scriverlo.”
Un momento della presentazione del volume alla Biblioteca Civica di Torino
Barbara Sapino e Giusi Ferrero Merlino, durante la presentazione, hanno narrato alcune storie legate al territorio del Basso canavese, in particolar modo hanno incantato i presenti narrando loro la storia dell'Abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese, storia contenuta nel volume e che sapientemente è stata performata nell’occasione della presentazione.
“Ci troviamo nel cuore del Piemonte: in Canavese, territorio che si estende dalle alte vette delle Alpi alle pianure alluvionali del Po, una regione dove i castelli medievali si ergono come sentinelle in un territorio ricco di storia, di cultura e di bellezze naturalistiche. Nel paese di San Benigno Canavese si trova, quasi sconosciuta per molti torinesi, l'Abbazia di Fruttuaria che ha una storia ricca e affascinante che risale a mille anni fa ed è uno dei luoghi storici più importanti della regione”. Con queste parole ha esordito Barbara Sapino cominciando a narrarne la storia.
Fondata all'inizio dell'XI secolo da Guglielmo da Volpiano, un monaco benedettino di grande influenza, l'abbazia divenne rapidamente un importante centro religioso, culturale ed economico, irradiando la sua influenza in tutta Europa.
Nei secoli successivi, l'abbazia conobbe un periodo di grande splendore, ma anche di profonde trasformazioni. Nel XV secolo iniziò un lento declino e ,successivamente, l'abbazia fu trasformata in collegiata e subì numerosi rimaneggiamenti. soprattutto nel XVIII secolo.
Nonostante le trasformazioni subite nel corso dei secoli, l'abbazia conserva ancora oggi tracce del suo glorioso passato. Tra i tesori nascosti, spiccano la torre campanaria, un'imponente struttura che domina il paesaggio circostante e che custodisce al suo interno una scala a chiocciola e una cappella con affreschi. Il chiostro, un luogo di grande fascino, dove si possono ammirare le tracce dell'antica sala capitolare e i capitelli istoriati. I mosaici, scoperti casualmente durante dei lavori di restauro, risalenti all'XI secolo e che rappresentano un'autentica testimonianza dell'arte romanica. Le cripte, un labirinto sotterraneo che cela antiche sepolture e reperti archeologici di inestimabile valore.
I mosaici contenuti all'interno dell'Abbazia di Fruttuaria
Oggi, l'Abbazia di Fruttuaria è un luogo di culto e di cultura, dove si organizzano visite guidate, eventi culturali e manifestazioni artistiche. L'abbazia è anche un importante centro di ricerca e di studio, grazie alla presenza di un'associazione che si occupa della sua valorizzazione e della sua tutela.
Ma intorno all’Abbazia di Fruttuaria ci sono anche aneddoti, leggende e misteri che le due guide hanno narrato affascinando i presenti:
"Nella cripta - hanno spiegato la guide - si trovano le spoglie del cardinale Vittorio Amedeo delle Lanze e ci sono alcune reliquie che il cardinale recupera a Roma per dare prestigio all’Abbazia, e portano nomi beneauguranti tra cui i santi della pioggia San Clemente e Santa Massimina che venivano portati in processione, ma si racconta che dall’alluvione del 1994
non sono più usciti".
Grazie al lavoro appassionato delle guide turistiche, autrici di questo libro, i lettori potranno accedere a un patrimonio di conoscenze e di storie spesso dimenticate. Il loro approccio narrativo permette di vivere in prima persona le emozioni e le sensazioni di chi ha vissuto questi luoghi in passato.
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