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La dichiarazione
25 Agosto 2023 - 13:12
Marco Bussone durante il suo intervento al convegno
Dopo il dibattito che nei giorni scorsi ha visto il Corriere della Sera come arena e Marco Bussone e l'architetto torinese Carlo Ratti come "duellanti", il presidente Uncem con le origini di Vallo Torinese torna a intervenire sulla questione che aveva infiammato gli animi.
Che ruolo hanno le vallate alpine che circondano Torino? Come si dovrà sviluppare il rapporto del capoluogo piemontese con Milano, che si avvia a diventare la "capitale del settentrione"? Ebbene, Bussone torna a ribadire quando delineato nei giorni scorsi: il futuro di Torino sta nel suo essere "Città Alpina".
Ci si interroga sul futuro della Torino Ceres
"Nel bel dibattito aperto in questa fine di agosto sul ruolo di Torino - ha scritto in una nota Bussone - , dove guarda e dove va, chi è e a chi si rivolge, mi stupisce l'assenza dei rappresentanti delle Istituzioni. La prima cosa che potrebbero dire e fare, sulla quale c'è un silenzio grave e pesante, è che i treni da e verso il capoluogo per le Valli, a partire da quello per Saluzzo, per Torre Pellice, per Ceres, per il Canavese verso Aosta, se restano come sono, non sono".
Non ci sono più, tagliati dieci anni fa "da politiche stupide centraliste e metropolitane e mai riattivati". Solo la Torino-Ceres ha parzialmente funzionato, ma "oggi - commenta Bussone - è chiusa e Trenitalia non dice quando veramente torneranno i convogli da Lanzo in su. Tutte le altre linee ferroviarie sono state ritenute superflue".
Pensiamo a Saluzzo, attraverso Savigliano. "Tagliata senza senso. Ma non sono solo i treni a farci dire che la Politica deve mobilitarsi insieme con i Sindaci. La situazione dell'autostrada Torino-Frejus è gravissima. Chiude il Tunnel del Bianco e quell'autostrada alpina è un colabrodo. Dove è il Comune di Torino su questo? Non pensa siano suoi problema perché non li ha per diretta competenza?".
Usseglio
Se la si pensa così, per Bussone, "i servizi di mobilità da e per i territori, non solo montani, continueranno a entrare nella sciatta disattenzione che legge solo numeri e mancanza di ritorni. Investire sui trasporti in città è più semplice. O sui treni per Milano, che in 50 minuti fanno tutto".
Mentre verso le Valli ci si perde in auto nelle code. Lunghe, verso le valli. "È un problema di flussi e politico - conclude il presidente Uncem -. Non basta che lo dica Uncem, e manco solo la Città Metropolitana o Palazzo Lascaris. Dove comunque la mobilitazione deve essere totale e oltre ogni colore politico. Che servono reti ferroviarie vere da e verso le Valli partendo da Torino deve essere una battaglia della Sala Rossa. Più sveglia e più veloce nel definire 'Torino capoluogo alpino'".
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