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Chivasso
31 Luglio 2025 - 06:53
Nella seduta ordinaria del Consiglio Comunale di martedì 29 luglio, la città avrebbe potuto compiere un passo simbolico e concreto verso un’idea innovativa di convivenza urbana: l’istituzione del Sindaco della Notte: una figura pensata per armonizzare sicurezza, cultura e vivibilità serale, al centro di una mozione che Marco Riva Cambrino - attivista socialista e promotore dell’idea - ha sollecitato pubblicamente da mesi, trovando ascolto nell’opposizione consiliare, che l’ha formalmente presentata in aula.
E invece, come spesso accade quando si preferisce non affrontare il cambiamento, la discussione non c’è stata. Il motivo? La mezzanotte è arrivata prima della politica. E con essa, la chiusura dei lavori, senza che la mozione venisse nemmeno sfiorata. Sentito in merito, Marco Riva Cambrino ha espresso amarezza e preoccupazione per la modalità con cui è stato evitato il confronto: “La mozione era all’ultimo punto dell’ordine del giorno. Così facendo si è reso quasi certo che non si sarebbe affrontata. Una costruzione strategica dell’agenda che, di fatto, esclude ciò che invece dovrebbe essere urgente per la città”.
Ma c’è di più. Nessuna seduta straordinaria è stata convocata per garantire il dibattito; nessun tentativo, almeno pubblico, di rimandare la questione a data certa prima della pausa estiva. La proposta resta lì, in fondo a un ordine del giorno, congelata in una notte senza discussione. “Questo episodio rappresenta il paradigma dell’Amministrazione Castello: si amministra l’ordinario senza visione, senza strategia, senza futuro. Non si dà spazio all’immaginazione civica, si ignorano le voci della comunità”, incalza Riva Cambrino, che da tempo parla di una ‘Città futura’, più aperta, dialogante, inclusiva anche nelle sue ore serali.
Nel dettaglio, il Consiglio è stato convocato alle 20:00 del 29 luglio e si è concluso, come da regolamento, a mezzanotte. La mozione sul ‘Sindaco della Notte’ era tra i punti residuali. Nessun comunicato ufficiale, né iniziative istituzionali, hanno finora garantito una nuova data per affrontare la proposta. “Si tratta di un uso strumentale delle regole procedurali per evitare il confronto su temi rilevanti per il benessere collettivo”, aggiunge. “Il cortocircuito è evidente: tra amministrazione e desiderio di crescita partecipata si apre un solco”.
E mentre l’estate avanza e i giovani tornano a vivere le piazze, i locali e gli spazi pubblici di Chivasso, una domanda resta sospesa tra le vie illuminate da luci fredde e ordinanze silenziose: chi governerà davvero la notte? Una cosa è certa: il sindaco preferisce vietare la vendita di alcolici, ad esempio, anziché trovare soluzioni. Ciò che emerge dall’ordinanza non è un progetto di sicurezza urbana, ma un divieto disorganico che sembra più un tentativo frettoloso di “mettere una toppa” che una strategia concreta.
In chiusura, l’attivista socialista Marco Riva Cambrino cita – con una rielaborazione personale – un pensiero ispirato alla filosofa tedesca Hannah Arendt: “Bisogna costruire città non come antemeridiani e pomeridiani, ma pensando ai crepuscoli e agli albori: la vera città è la Città futura". E conclude con gratitudine: “Ringrazio quanti, nella comunità cittadina, condividono l’urgenza di portare avanti questa proposta. Non è un capriccio, ma una pietra miliare per il nostro sviluppo culturale e sociale”.
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