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Chivasso
30 Maggio 2023 - 10:48
“Liberi Subito” è la proposta di legge popolare regionale per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria attraverso l’auto somministrazione del farmaco.
“Liberi Subito” è la proposta di legge popolare regionale elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria attraverso l’auto somministrazione del farmaco letale. A tale proposito, il 10 marzo scorso è partita in Piemonte la racconta firme dei cittadini residenti in Regione con l’obiettivo di raccoglierne 8mila in 6 mesi. Laddove sono presenti i comitati di riferimento, i tavoli di raccolta sembrano procedere con efficienza ma a Chivasso, invece, sembrerebbe proprio che le istituzioni comunali non siano in grado di garantire il servizio pubblico di autentica delle firme per permettere la partecipazione attiva e diretta delle cittadine e dei cittadini.
A lamentare questa scarsa propensione ad adempiere al loro ruolo istituzionale di consiglieri comunali, con il rispetto e la coerenza che ci si aspetterebbe, è Marco Riva Cambrino, referente per Chivasso della raccolta firme, che si è rivolto a noi in seguito alla comparsa di un articolo in cui il centro-destra accusa l’amministrazione comunale del sindaco Castello di venire sistematicamente ignorato in materia di ‘eventi pubblici’. Che correlazione vi è tra una proposta di legge popolare e l’opposizione? A raccontarcelo è Marco Riva Cambrino.
Marco, partiamo dall’articolo che abbiamo pubblicato qualche giorno fa. Che nesso hanno le lamentele del centro-destra con l’autentica delle firme?
“Il problema è – inizia a spiegare Riva Cambrino – che la minoranza di centro-destra di Chivasso si lamenta perché la maggioranza non la invita agli eventi pubblici e mondani dichiarando ai media che “un po’ di rispetto e correttezza istituzionali non guasterebbero”. Fa piacere sapere che ogni tanto si ricordano del ruolo istituzionale che ricoprono; peccato che se lo dimentichino repentinamente quando viene chiesto loro di presenziare ai tavoli di raccolta firme. Vorrei far notare – commenta Riva Cambrino – che taluni soggetti sono stati eletti dalle cittadine e dai cittadini e si sono candidati per libera scelta, non perché gliel’ha ordinato il medico. Il loro comportamento sembrerebbe denotare una mancanza del senso delle Istituzioni che rappresentano, quando invece dovrebbero avere consapevolezza che non ci sono solo onori ma, e prima di tutto, oneri.
A proposito di oneri, in merito alla proposta di legge popolare regionale, riesci ad avere la loro presenza ai tavoli?
“No”, risponde secco e diretto il referente per Chivasso della raccolta firme, per poi spiegare: “Si sottraggono sistematicamente, senza avere il rispetto e la correttezza che rivendicano per sé stessi. Non comprendono che il garantire il servizio pubblico di autentica delle firme, equivale a garantire la partecipazione diretta dei cittadini alla “cosa pubblica”. Infatti – fa presente Riva Cambrino - da inizio marzo, organizzo tavoli di raccolta firme per la Proposta di Legge regionale di iniziativa popolare per garantire tempi e procedure certi nell’applicazione di quanto previsto dalla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale sulla morte volontaria medicalmente assistita. L’iniziativa in questione è politica perché riguarda la vita della comunità, chiedendo che un diritto già previsto possa essere esigibile dai cittadini in determinate condizioni cliniche e non introduce un nuovo diritto, ma non è politicizzata o di parte, come qualcuna della minoranza ha affermato”
Ritieni che l’argomento trattato, ossia il fine vita, consenta loro ideologicamente di sottrarsi a questo dovere?
“Credo che, semplicemente, non conoscono il testo della sentenza della Corte Costituzionale e della proposta di legge regionale. Ma, anche se conoscessero i testi e non li condividessero, resta il fatto che è un dovere il garantire il servizio pubblico di autentica delle firme per permettere la partecipazione attiva e diretta delle cittadine e dei cittadini.”
Hai chiesto per tempo la disponibilità di maggioranza e minoranza?
“Certamente. Ad inizio marzo – racconta il responsabile del coordinamento – ho mandato a tutte le consigliere e i consiglieri, compresi quelli di minoranza, la richiesta di disponibilità ad autenticare le firme nei tavoli, al di là della condivisione del testo, per garantire il servizio pubblico di autentica".
Immagino che tu non abbia ottenuto le risposte che speravi, o sbaglio?
“A parte la consigliera Clara Marta, nessuno si è degnato di rispondere e tutti, esclusa lei, non hanno garantito il servizio pubblico di autentica delle firme, dimenticandosi del ruolo istituzionale ricoperto, che richiederebbe un po’ di rispetto e correttezza oltre all’educazione personale di rispondere ad un cittadino. Sono conscio del fatto che – ha poi commentato - autenticare le firme non dà visibilità, potrebbe non avere un ritorno di immagine e di consenso. Il punto è – conclude Marco Riva Cambrino - il ruolo istituzionale richiede per l’appunto rispetto e correttezza e non crisi adolescenziali o degenerazioni senili di attenzione solo ai social, ai like e alle reactions”.
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