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"Le coccole al gatto non sono utili all'indagine per l'associazione a delinquere"

Il Ministro Nordio risponde all'interrogazione parlamentare sul caso di Dana Lauriola, di Brusasco, intercettata nella sua camera da letto mentre parlava con il suo Tigro

Dana Lauriola

Cartello per "Tigro Libero!", il gatto di Dana Lauriola (a lato)

Va immediatamente posto in risalto che la conversazione menzionata nell’atto di sindacato ispettivo oggetto di captazione elettronica in data 7 agosto 2020 è riportata nella brogliaccio come ‘D.L. Parla col gatto’ non risulta essere stata trascritta ne’ tantomeno citata dalla procura di Torino tra gli  atti di indagine perché considerata irrilevante”. 

Così il ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio ha risposto ad un’interrogazione del deputato di Azione-Italia Viva Roberto Giachetti sull’intercettazione nella camera da letto di Dana Lauriola, la portavoce del movimento NoTav, originaria di Brusasco, intenta in quell'occasione a coccolare il gatto Tigro. 

Al Guardasigilli Giachetti aveva chiesto "di attivare i propri poteri ispettivi in relazione alle eventuali irregolarità, anomalie o omissioni da parte degli uffici giudiziari della procura di Torino".

Un minuto e quattordici secondi di conversazioni, parole affettuose e ricambiati miagolii.

Dana Lauriola con Tigro

Era il 7 agosto 2020, e Dana Lauriola, alle 16.38, strapazzava di coccole il suo gatto "Tigro" in camera da letto.

La conversazione tra la portavoce di Askatasuna e il suo micio, registrata da una intercettazione ambientale, finisce nel fascicolo del maxi processo per associazione a delinquere ai leader del centro sociale di Torino.

"Dana Lauriola parla con il gatto". A scriverlo è la Digos.

Lo scambio di coccole e parole dolci viene appuntato in un'annotazione di migliaia di pagine e centinaia di intercettazioni.

Il ministro sottolinea: “Le intercettazioni ambientali possono essere autorizzate nei procedimenti per associazione a delinquere. E il tutto viene annotato dalla polizia giudiziaria - scrive il Ministro -. La condotta della Procura di Torino non appare censurabile nemmeno sotto il profilo dell'omessa vigilanza. Quell’annotazione non contiene espressioni lesive della reputazione dell'indagata (riportando in sostanza ciò che si è effettivamente verificato) e non riferisce dati personali definiti sensibili dalla legge”.

La Procura - per Nordio - “in maniera del tutto corretta non ha disposto la trascrizione dell'intercettazione ambientale”. 

Si trattava dunque di routine. Fine delle polemiche. Più o meno.

La replica della portavoce No Tav

La vicenda non fa più nemmeno sorridere”.

Così Dana Lauriola era intervenuta nei giorni scorsi su facebook rivolgendosi a Nordio: ”Caro ministro io ho avuto tre cimici in casa cucina camera da letto e salotto tutto i telefoni controllati e le mail per anni. Hanno reso pubbliche le mie conversazioni con Tigro, quelle con gli avvocati, il tutto per una battaglia politica contro il movimento NoTav e le realtà antagoniste. 3 anni di intercettazioni per avere nessuna prova e sole supercazzole che in sede di processo per associazione per delinquere diventano oggetto di prova di chissà quali funeste intenzioni. Nessun reato a me ascritto, ma sono accusata di sognare la rivoluzione dei popoli e essere una militante NoTav”.

Chi è Dana, "l'attivista con il megafono"

Dana Lauriola è un volto noto nel mondo antagonista torinese.

E' stata condannata - pena già scontata - a due anni di carcere per aver preso parte, il 3 marzo 2012, ad una manifestazione durante la quale i no Tav occuparono l’area del casello autostradale di Avigliana.

I manifestanti, nell’occasione, consentirono agli automobilisti di superare le sbarre senza pagare il pedaggio.  

Dana - si legge negli atti giudiziari - "ponendosi alla testa dei manifestanti, con l’utilizzo di un megafono intimava agli automobilisti di transitare ai caselli senza pagare il pedaggio indicando le ragioni della protesta”.  

Alla portavoce del movimento, seppur incensurata e “dedita a un lavoro stabile e documentato - ricordano i No Tav -, è stata inizialmente negata ogni misura alternativa con la singolare motivazione della sua mancata presa di distanza dal Movimento No TAV  e del fatto che il suo luogo di residenza era prossimo all’epicentro dell’opposizione alla linea ferroviaria Torino-Lione”. 

Solo dopo oltre sette mesi di carcere,  ha ottenuto la detenzione domiciliare a Torino, con possibilità di uscire dall’abitazione per recarsi al lavoro, ma con espresso divieto di “frequentare persone che le Forze dell’Ordine indichino come esponenti del centro sociale Askatasuna o del Movimento No Tav”. 

All'epoca furono tanti gli appelli arrivati per chiedere la scarcerazione della brusaschese, che nel suo paese d’origine ha gli affetti più cari ed ha lasciato tanti bei ricordi tra gli amici, i compagni di scuola, i coetanei.

Tra i più significativi quello dell’attore Elio Germano che ha diffuso un video appello a sostegno dell’attivista: “Dana è stata condannata a due anni solo per aver spiegato a un megafono le ragioni dei No Tav – dice Germano nel filmato  (visibile sul canale YouTube Giornale La Voce, ndr) –. Non le sono mai state concesse le misure alternative al carcere perché vive in Val Susa e perché non si è mai dissociata dal movimento No Tav. Dopo sei mesi già in carcere, sarà il caso di liberarla, per un reato di opinione?”.

Anche altri artisti si sono schierati con la portavoce del Movimento, come Sabina Guzzanti, Rita Peluso, Erri De Luca,  Zerocalcare e Giovanna Marini.

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