La squadra di top manager di Sergio Marchionne è schierata al completo ad Auburn Hills, all'Investor Day in cui viene presentato il piano strategico che porterà il gruppo a produrre 7 milioni di auto nel 2018. E' un test di grande importanza anche in vista della successione dell'amministratore delegato di Fiat Chrysler. Un capitolo, questo, che dovrebbe avere ancora tempi lunghi. Così almeno assicura Marchionne che vuole restare alle redini per gestire il piano fino al 2018 e vedere la realizzazione degli obiettivi ambiziosi indicati: "Restero' almeno fino alla fine del 2018, sarò a fianco di John Elkann. A meno che - aggiunge scherzando - non riesca a centrare gli obiettivi finanziari in anticipo. Nel gruppo ci sono grandi talenti, posso assicurarvi che la successione non sara' un problema". I nomi sui cui il gruppo potrebbe puntare in futuro sono a fianco dell'amministratore delegato, in prima fila. Sono uomini del mondo Fiat e uomini del mondo Chrysler. Nella partita della successione ancora lunga in pole position ci sono cinque nomi: Alfredo Altavilla, Richard Palmer, Mike Manley, Olivier Francois e Harald Wester, tutti da anni in ascesa e molto vicini a Marchionne. A partire da Altavilla, responsabile dell'area Emea e da sempre braccio destro dell'amministratore delegato, al Chief Financial Officer Palmer, manager inglese di provenienza Lingotto, a cui a Detroit sono state affidate la presentazione dei conti del trimestre e i target finanziari del piano. Accanto a loro ci sono altri manager di primo piano come Wester, responsabile Alfa Romeo e Maserati e capo dell'ingegneria, Manley, l'uomo della Jeep e dell'Asia, Francois che ha le redini del brand Fiat ed è alla guida del marketing. C'è anche Al Gardner a cui è affidata Chrysler. Tutti i 21 nomi del Group Executive Council (il ventiduesimo è Marchionne) - anche quelli che ad Auburn Hills sono rimasti dietro le quinte - hanno lavorato in queste settimane per definire obiettivi, decisioni strategiche, investimenti del gruppo. La partita è ancora aperta. D'altra parte, dice il presidente di Fiat, John Elkann, "la successione di Sergio e' un tema importante ma non attuale".
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