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BRUXELLES. Rapporto Olaf. Fondi europei e frodi italiane. Il paese reagisce

BRUXELLES. Rapporto Olaf. Fondi europei e frodi italiane. Il paese reagisce

PARLAMENTO EUROPEO

L'Italia è tra i Paesi in cui s'è registrato e perseguito il maggior numero di frodi a danno dei fondi europei. Ma è anche tra i più capaci a reagire. Un aumento di denunce, infatti, non necessariamente indica un incremento significativo dei reati, quanto piuttosto la grande efficacia dell'attività investigativa, in particolare grazie alla collaborazione con la Guardia di Finanza. E' quanto segnala l'ultimo rapporto dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) presentato oggi a Bruxelles, dal direttore, Giovanni Kessler. Nel 2014 - si legge nel rapporto - si sono raggiunti risultati eccellenti nella lotta contro le frodi nell'Unione: un anno record con il numero di raccomandazioni più alto, ben 1417, dalla sua creazione. L'Olaf avvia, in media, il 60% di indagini in più rispetto al 2012. Solo nel 2014 ha raccomandato alle autorità nazionali della Ue il recupero di ben 901 milioni di euro, fondi che dovrebbero essere progressivamente restituiti al bilancio europeo, contribuendo a finanziare altri progetti. "Ormai la lotta alla corruzione - osserva Kessler - si trova in cima nelle agende politiche di tutti i governi europei. Ciò impone, per l'Olaf, più aspettative e più responsabilità. L'obbiettivo ora è abbandonare la logica nazionale, uscire dalle 'scatole' dei singoli Stati membri, perchè, si legge nel rapporto, tantissime frodi ormai hanno un carattere transnazionale e vanno colpite in modo adeguato. "La natura mutevole di questi reati - sottolinea Kessler - ci dice che ormai si è passati dal livello nazionale a quello transnazionale, con la partecipazione di soggetti che superano i confini, operando al                 di là di un solo Paese. Analizziamo società e conti bancari che coinvolgono diversi Paesi, anche nel caso di frodi più semplici. Bisogna cominciare anche dal punto investigativo e comunicativo a considerare questi reati non solo con le mere categorie nazionali, ma europee". Quanto alla collaborazione tra Olaf e gli inquirenti nazionali, Kessler ha messo in evidenza le grandi competenze della Guardia di Finanza: "La nostra struttura ha con la GdF una cooperazione eccellente, ormai tradizionale, che ha portato ottimi risultati. Un rapporto molto forte e proficuo che spiega anche i tanti casi di indagini. Con loro s'è stabilito un circolo virtuoso di scambi di informazioni che purtroppo non troviamo in altri Paesi". Kessler osserva che sono i fondi strutturali quelli più a rischio di frodi: "Tuttavia - osserva - l'anno scorso abbiamo chiuso un caso con la collaborazione della Procura di Roma su spese agricole che ha coinvolto un ente nazionale italiano, con il rinvio a giudizio di diverse persone". Più tardi, i risultati positivi presentati da Olaf, vengono contestati da Inge Graessle (Ppe), presidente della Commissione del Controllo Bilancio dell'Europarlamento, secondo cui il rapporto contiene cifre "manipolate, come già accaduto l'anno scorso".
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