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SAN MAURO. Le idee degli studenti per il "nuovo" centro storico

SAN MAURO. Le idee degli studenti per il "nuovo" centro storico

Gli studenti del Politecnico di Torino protagonisti del progetto DinamiCittà

Botta di vita, si dice in gergo. Il significato è di facile intuizione: un avvenimento che improvvisamente ridà entusiasmo e vitalità a qualcosa di sostanzialmente morto (o sulla strada del trapasso). E’ il modo più efficace di riassumere, in tre parole, l’effetto che ha avuto in questi giorni l’attività degli studenti del Politecnico sulla piatta San Mauro. Una botta di vita fatta di idee, proposte e dinamismo, capace di smuovere anche un paziente disperato com’è il “paese delle fragole”. No, il giudizio non è troppo severo: come definireste voi un paese di 20mila abitanti in cui dalle otto di sera in poi (che sia lunedì, venerdì, sabato, Ferragosto, Natale o l’Apocalisse) non c’è un solo locale aperto, fatta eccezione per la gelateria al fondo del Ponte Vecchio? Paziente disperato.     Ma non tutto è perduto. Dopo una settimana di lavoro (di cui tre giorni trascorsi sul campo) i ventotto studenti di architettura che fanno parte del progetto DinamiCittà hanno elaborato una cura articolata e ambiziosa. E il bello è che lo hanno fatto coinvolgendo al massimo i sanmauresi, giovani vecchi giovanissimi e vecchissimi. Un esempio? Uno dei 5 gruppi di lavoro, quello che si è occupato della riqualificazione artistica del centro storico, è riuscito in appena due giorni a far votare 174 residenti ponendo loro una semplice domanda: per abbellire il vostro quartiere preferite delle tele affisse, delle installazioni artistiche permanenti oppure dei murales realizzati da artisti sanmauresi?   Ottanta voti per le installazioni artistiche, 71 per i murales. E, a sorpresa, parecchi volontari o volenterosi che hanno “offerto” il proprio muro di casa come sede per eventuali opere d’arte. “L’idea potrebbe essere quella di piazzare un paio di installazioni nei luoghi più centrali della città e poi quattro, cinque o più murales, non invasivi (gli studenti ci tengono a sottolinearlo più di una volta, ndr), realizzati su facciate cieche che però possano essere visibili anche dal ponte o dall’altra parte del fiume” spiegano. Ora sì che si inizia a ragionare.     Idee, queste, che interagiscono e si completano con quelle proposte dagli altri gruppi. C’è chi ha concentrato il proprio lavoro, per esempio, sull’identità del centro storico sanmaurese. O meglio: sull’assenza di identità. Immaginando un filo che si snoda per i punti nevralgici dell’area (dall’asilo nido all’abbazia di Pulcherada, dalla chiesetta di San Rocco fino ai sentieri che portano su per la collina) creando lungo il percorso nuovi punti di ritrovo e di aggregazione in spazi che oggi sono inutilizzati o utilizzati male.   Il bisogno di luoghi di aggregazione c’è, eccome. Se ne sono accorti gli stessi studenti, i quali hanno scoperto che “molte signore si danno appuntamento dall’interno della chiesa di San Rocco per chiacchierare e fare conversazione ad alta voce. Una cosa davvero insolita. Il motivo è che non hanno altri luoghi in cui trovarsi tutte insieme…”     Altre proposte sono arrivate invece per la riqualificazione del lungofiume, inteso come il tratto che dalle arcate del Ponte Vecchio (lato piazza Europa) va fino a via XXV Aprile, quasi all’altezza della caserma dei carabinieri. Una botta di vita, in questo caso, fatta di eventi (magari concentrati sotto l’arcata del ponte Vecchio, luogo molto caratteristico), di riutilizzo degli spazi verdi (creazione, per esempio, di orti didattici), di nuovi locali con dehors. Con l’opzione, ambiziosa ma non irrealizzabile, di rendere il primo tratto di via XXV Aprile, dalla gelateria fin dove comincia il doppio senso di circolazione per i veicoli, pedonale nel weekend. “Per andare incontro alle esigenze di ciclisti, mamme con i passeggini e disabili in sedia a rotelle” spiegano gli studenti, che nel corso dei loro sopralluoghi hanno riscontrato spesso questo tipo di problematiche.     Insomma, in soli tre giorni di lavoro sul campo, i protagonisti del progetto DinamiCittà hanno ricevuto tantissimi feedback positivi. Dai residenti, dai commercianti, dalle associazioni locali. “Ci siamo fatti notare”, dicono. E non hanno torto. Grazie alla collaborazione di Claudio Cericola, presidente dell’associazione Orsarese, a Giovaninrete, Asso, L’officina sul Po, l’Accademia di San Mauro e altri sodalizi del territorio, sono entrati in contatto con la realtà cittadina e ne hanno studiato le problematiche, le necessità, i bisogni e le ambizioni.     In meno di un mese realizzeranno progetti completi, con tanto di simulazioni che mostrino nel dettaglio come vorrebbero ridare vita a San Mauro e al suo bel centro storico. Le presenteranno in un seminario aperto verso la metà di ottobre. “In questi giorni abbiamo sviluppato le nostre idee creative - spiega Agnese, una delle referenti del progetto del Politecnico -, all’amministrazione di San Mauro chiediamo di analizzarle e di capire come poterle attuare. Non tutto sarà effettivamente realizzabile, ma anche grazie all’appoggio e al supporto dei privati speriamo di essere riusciti a risvegliare gli animi dei sanmauresi”. Lo sperano in tanti.

Luca Schilirò

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