Ieri, domenica 14 settembre, avrebbe dovuto giocare anche lui. A San Sebastiano, sui campi di calcio a 5, si è tenuto il classicissimo torneo del “Pom Matan”. Avrebbe dovuto essere una festa, con Alberto Molinaro - “Albio” per gli amici -, su quei campetti che tante volte l’hanno visto correre, sudare, esultare con i compagni, vincere, perdere. Giocava bene, a calcetto, Alberto. Era uno dei più bravi, tra i “ragazzi della collina”. E infatti mica per niente militava nella squadra più forte che c’è, da queste parti, la Pro Casalborgone, appena promossa in serie C2 della FIGC. Avrebbe dovuto giocare anche lui, ieri, a San Sebastiano. E tutti, dal primo all’ultimo, hanno giocato per lui. Gli amici di sempre, i compagni di squadra e gli avversari hanno voluto comunque trovarsi su quei campetti, guardarsi in faccia come tutte le volte, e scendere in campo. Per lui. Per “Albio”. Tanto il dolore, lo sgomento, il vuoto che da mercoledì mattina ha stretto i cuori dei ragazzi della collina appena s'è diffusa la notizia della scomparsa di Alberto Molinaro in un incidente stradale, di ritorno dal concerto di Ligabuea Torino. Giocare, però, era il modo migliore per ricordarlo. Gianluigi Fuoco di Lauriano, per anni suo compagno di squadra in campionati e tornei vari, non riesce a trattenere le lacrime: “Alberto era un ragazzo che non mollava mai. Sia in campo che nella vita è sempre stato attivissimo. Dal bar che gestiva assieme a suo fratello al dare una mano al ristorante della sua famiglia, non si risparmiava. Era una persona di cuore. Mi legano a lui tante gioie, soprattutto calcistiche, una in particolare, la promozione dalla C2 alla C1 col Lauriano nel 2010”. Marco Canuto, di Monteu da Po, ha condiviso tante avventure calcistiche con Alberto: “Era tanto duro e grintoso in campo quanto buono al di fuori. Si è sempre dato da fare per tutto quello in cui ha creduto. Ha organizzato tanti tornei e sempre con il sorriso sulle labbra e con la voglia di fare. Essendo più piccolo di età, mi ha insegnato molto dal punto di vista calcistico: da lui si imparava tanto perché era in grado di stimolarti a dare sempre di più. Tutti i tornei e le feste in zona non saranno più la stessa cosa senza di lui”. Emanuele Vigna di San Sebastiano è cresciuto con “Albio”sul campetto di Saronsella: “Era un amico vero, di quelli che se ne incontrano pochi nella vita. Ci conosciamo sin dall’infanzia. Potevamo anche non vederci per un anno, ma quando ci si incontrava bastava un cenno o uno battuta e ci facevamo quattro risate. Il ricordo che mi lega a lui sono le gite in montagna con il nostro gruppetto di amici: era una festa già solo il tragitto in macchina. Sono fortunato ad averlo incontrato e ad averlo avuto come amico”.
Alberto Molinaro
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