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13 Maggio 2014 - 09:15
Gora del Quaro
"Sulla Gora del Quaro la Giunta non si è comportata in modo corretto". Lo sostengono gli abitanti di borgata Quilico. La loro protesta, che solo il mese scorso ha portato a due denunce, era cominciata ben oltre un anno fa, per il rumore assordante e quasi quotidiano delle motociclette.
Dopo lettere, solleciti all'Amministrazione Comunale ed una petizione di oltre cento firme, nel mese di marzo la Guardia Forestale ha scoperto un circuito abusivo di circa 1.300 metri, con tanto di salti e svolte, all'interno di un'area sottoposta a vincoli ambientali, per cui ha denunciato all’autorità giudiziaria, per assenza di autorizzazioni urbanistiche e ambientali, i responsabili dell’Associazione Motoristica e della pesca sportiva, concessionaria dell’area di proprietà comunale.
"Mi fa rabbia – commenta, tra gli abitanti, Lia Paschiutta – che non ci sia stata la minima sensibilità per capire i problemi dei cittadini. Adesso ci aspettiamo un alto livello di attenzione, non ci sono più giustificazioni che tengano". Paschiutta, insieme al marito Giovanni Castignini, ha messo insieme un'ampia documentazione scoperchiando una serie di irregolarità.
Intanto la richiesta di ampliamento della pista risale all'ottobre 2012, nel novembre successivo l'autorizzazione ed il contratto, quindi l'inizio lavori, conclusi nel marzo 2013. "A questa data – indica Paschiutta – la pista di motocross aveva già ottenuto l'omologazione Asi ed l'attività era iniziata ma non era in regola in quanto mancava la necessaria variante al Piano Regolatore, per trasformare l'area di interesse ambientale in zona per attività ludico-sportiva: il progetto preliminare è arrivato in Consiglio Comunale soltanto il 27 marzo dell'anno scorso, a cui è seguito il progetto definitivo nell'agosto. Quindi la situazione è stata regolarizzata soltanto dopo".
Nell'ottobre 2013 il circuito viene esteso abusivamente e solo il 19 marzo 2014 il Sindaco Maria Aprile firma l'ordinanza per sospendere l'attività. "Qui c'era quasi un km e mezzo di pista abusiva, il Comune non poteva non sapere – afferma, arrabbiatissimo, l'ex Assessore all'Ambiente Gianni Bolzanello -. I casi sono due: o nessuno ha mai controllato, oppure ci si è passati sopra".
Sotto la lente di ingradimento anche le condizioni accordate nella Convenzione del gennaio 2014. "E' stato concesso – illustrano gli abitanti – un massimo di 25 moto per otto ore al giorno senza precisare il numero dei giorni, con condizioni economiche pesanti per il concessionario che infatti non l'ha firmata. Abbiamo fatto inoltre presente al Comune che con duemila euro di affitto l'anno non sarebbe riuscito a spesare i controlli".
Poi la sorpresa su internet. "Dalla pagine facebook dell'Asd motoristica – prosegue Paschiutta – abbiamo appreso che ci sono fini di lucro con tanto di prezziario per l'utilizzo. Ma il Sindaco deve scegliere tra la qualità della vita dei cittadini ed un'attività di business. Non si capisce nemmeno l'esigenza di inserire una pista a 3 km di distanza da quella già presente a Romano Canavese". Cigliegina sulla torta: nella delibera sono risultate errate persino le particelle catastali, diverse da quelle riportate nell'autorizzazione.
Esausti per la mancanza di attenzione dal Comune alla fine gli abitanti hanno scritto ad Aipo, Regione, Provincia e Guardia Forestale. "Li ringraziamo, sono stati tempestivi - commentano -. Ci auguriamo che la storia finisca qui".
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