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SAN MAURO. La piscina non ce la fa più a pagare, ora il maxi debito passa al Comune

SAN MAURO. La piscina non ce la fa più a pagare, ora il maxi debito passa al Comune

La piscina Sporting di piazza Gramsci

Game over. La società Eurosporting San Mauro, che gestisce la piscina di piazza Gramsci, ha issato definitivamente bandiera bianca. Nei giorni scorsi ha infatti annunciato di non essere più in grado di pagare il mutuo contratto con il Credito Sportivo. Troppo alte le singole rate, troppo alto il tasso di interesse. Anche per una struttura che funziona a pieno regime.
Cosa significa questo? Che il Comune dovrà accollarsi il debito. E non si parla di cifre irrisorie, tutt'altro: sono poco meno di 3 milioni di euro quelli che la Sporting deve ancora versare, in "comode" rate da 266mila euro all'anno. 133 mila a semestre. Più di 20mila al mese.
La temuta spada di Damocle, dunque, sembra essere definitivamente caduta in testa alla giunta sanmaurese. Galeotta fu, nel lontano 2006, la decisione presa dall'allora amministrazione Coggiola di concedere la copertura fidejussoria. Per poter accedere al mutuo di 3 milioni di euro (inizialmente gli accordi prevedevano 1,8 milioni), necessari (non si sa fino a che punto) per eseguire i lavori sulla struttura, il Comune aveva accettato di fare da garante: nel caso in cui la Sporting non fosse riuscita a pagare, il mutuo sarebbe ricaduto sulle spalle della collettività.
E proprio così è andata a finire. Ora San Mauro ha due strade davanti a sé: o pagare i (quasi) tre milioni "cash", dilazionati in un paio d'anni, oppure accollarsi il mutuo, sostituendosi alla Sporting nel pagamento delle rate semestrali.
La prima via, manco a dirlo, è assolutamente impraticabile. Una cifra così elevata, infatti, è irreperibile nelle casse comunali. La seconda soluzione resta l'unica fattibile. Ma non certo facile: per le casse già in sofferenza dell'amministrazione Dallolio, trovare 260 mila euro da mettere a bilancio non sarà un giochetto da ragazzi. Ma non c'è altro modo.
Preso atto di questa presa d'atto (si tratta di un obbligo, più che di una scelta), resta da capire chi si occuperà materialmente di gestire la piscina da ora in poi. Anche in questo caso, le strade sono due: o mantenere gli attuali gestori, la Sporting, oppure rescindere il contratto e riaffidare la gestione tramite un bando di gara.
"Possiamo scegliere una società chiaramente inadempiente, ma con cui potremmo discutere le modalità e i termini, oppure chiedere la rescissione e rimettere tutto in gioco tramite un bando" ha spiegato il sindaco Dallolio.
La questione è questa: la gestione "umana" e pratica della Sporting funziona alla grande. La struttura (sia la zona piscina che la zona palestra) va a pieno regime, e il lavoro del personale è apprezzato dalla clientela. Ma non si può dire altrettanto della gestione economica: ad oggi, delle tre rate annuali ne sono state pagate solo due interamente, mentre mancano all'appello 190mila euro dovuti ma non ancora versati.
I dubbi sull'affidabilità della Sporting, insomma, ci sono. Ma l'eventuale rescissione del contratto non sarebbe indolore, per il Comune: ci sarebbero da pagare alla società quegli investimenti (tipo i pannelli fotovoltaici e l'impianto solare-termico) fatti sulla struttura. In più, tra la rescissione e il nuovo affidamento ad un'altra società, trascorrerebbero alcuni mesi in cui la piscina resterebbe chiusa (i tempi tecnici di un bando di gara non sono immediati), con conseguenti danni all'impianto.
Tutte le strade, insomma, sono complicate. L'amministrazione ha dato però un segnale: la scelta sarà condivisa anche con la minoranza (si è già tenuta una commissione consiliare sul tema, e presto ne seguirà una seconda) e punterà a mantenere aperto un impianto che funziona ed è apprezzato, oltre che a salvaguardare il posto di lavoro del personale che attualmente opera all'interno.
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