Code notturne e attese infinite, sui tamponi, al momento, nulla è cambiato. La Sindaca Elena Piastra, quindi, chiede un cambio di passo alla Regione. "Continuare in questo modo - spiega - non è umano, sono passate settimane e la situazione è sempre più ingestibile. È evidente che la gestione degli hot-spot non sta funzionando: per settimane, persone in coda per ore nel tentativo disperato di fare un tampone; poi, da tre giorni, si sarebbe dovuto passare a un sistema di prenotazione e i medici dovrebbero poter prenotare, ma: la piattaforma non funziona o funziona solo in alcune ore e con tempi limitati; i medici dovrebbero fare i medici e non passare il tempo a tentare di caricare i nomi su una piattaforma non funzionante; in questi giorni abbiamo: persone che continuano a mettersi in coda alle 2 del mattino, persone con sms, persone con prenotazione e tutti i tentativi insieme, rimanendo sempre nel massimo di 300 tamponi al giorno. In tutto questo, oltre alla sbandierata comunicazione da parte della Regione, nei fatti non si vedono tamponi rapidi". Detto del pasticcio attuale, la prima cittadina ha provato a lanciare alcune idee. "Alcune proposte - continua - (alcune dipendono da ASL, altre da Regione, altre dal nazionale, e spero che vengano prese in considerazione e diventino realtà in tempi rapidissimi): si creino due diversi punti: uno solo per tamponi molecolari ai SOLI SINTOMATICI, l’altro per i tamponi di controllo (in undicesimo giorno); sia creato il prima possibile un punto tampone rapido per i bambini tra 0 e 14 anni e per il personale scolastico (serve per lo screening iniziale e per garantire che le scuole possano rimanere aperte); sia data la possibilità di usare il tampone rapido per verifica del tampone di controllo (dopo i 10 giorni di quarantena), quindi il tampone rapido non sia usato solo come screening iniziale, ma anche per uscire dalla quarantena; sia data la possibilità di usare il tampone molecolare dei centri privati accreditati per rientrare a lavoro/scuola". L'ultima stoccata, infine, è contro Regione Piemonte. "Sono settimane - conclude - che attendiamo l’arrivo di tamponi rapidi e per ora abbiamo visto solo tanti annunci, ma nessuna risposta concreta. Se non arriveranno in settimana, i comuni saranno obbligati ad acquistare direttamente materiale sanitario e tra qualche mese spiegheremo alla Corte dei Conti che non potevamo continuare a lasciare i nostri cittadini senza nessuna risposta".
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