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PONT CANAVESE. Un pianoforte alla Tellaria

PONT CANAVESE. Un pianoforte alla Tellaria

Assistere ad uno spettacolo alla Torre Tellaria è sempre un avvenimento piacevole. Se poi si tratta di un concerto di musica classica, con un pianoforte che suona in mezzo al grande prato scuro mentre le stelle si accendono lente nel cielo dell’imbrunire, allora non è solo bello: è magnifico. Così è accaduto per il concerto di Fabrizio Sandretto (“pianista del buio” perché non vedente dalla nascita) organizzato dal Comune di Pont e tenutosi sabato 7 luglio.

Lo hanno affiancato le danze delle allieve di due scuole: quelle della A.S.D. Polisportiva Pontese 2.AL (Livello Intermedio) e quelle della Soul Dancing Academy 2.0. (Livello Avanzato). Si sono esibite separatamente in coreografie su pezzi di danza moderna  e contemporanea (di Lindsey Stirling, Ludovico Einaudi, Woodkid e dei Negramaro) ed insieme durante l’esecuzione dei due Notturni di Chopin.

Contesto affascinante

Il paesaggio e l’atmosfera, sabato 7 luglio,  erano quelli consueti delle sere serene d’estate sulla collina della Tellaria. Inevitabile portare con sé un maglione se non si vuole soffrire: lassù spira sempre un’arietta fresca. L’atmosfera però è speciale. Ascoltare le note che si diffondono limpide nell’aria, spostando lo sguardo dal pianoforte alla torre al cielo stellato  è emozionante, sia che ci si accomodi sulle sedie predisposte per il pubblico, sia che ci si sposti un po’ qui e un po’ là. Varie sono le vedute, a seconda della direzione in cui si guarda, e diverse le sensazioni che trasmettono.  Severo ed un po’ torvo lo scenario che si presenta a chi sta seduto di fronte alla torre, la cui mole compatta ed illuminata emerge massiccia dalla base in penombra stagliandosi contro la massa tondeggiante della montagna nera alle sue spalle. Qui a dominare è la Storia lontana e leggendaria del Medioevo feudale. 

Muovendosi lungo il bordo orientale del vasto prato, sul lato che guarda verso l’abitato di Pont  e verso la pianura, il paesaggio si fa più morbido e più aperto, con le montagne che digradano man mano. Tra gli opposti versanti è racchiuso il paese, illuminato, silenzioso e caratterizzato da un impianto rettilineo che un po’ sorprende: non si pensa solitamente  a Pont come ad una località  dalle strade diritte ma quelle del centro lo sono, tranne naturalmente l’antica e tortuosa Via Caviglione. Dall’alto, dalla collina opposta a quella della Tellaria, sorvegliano ed insieme proteggono l’abitato la grande chiesa parrocchiale e la Torre Ferranda, rivale di quella accanto a cui ci troviamo, ed i resti della torre dei San Martino. E’ un paesaggio urbanizzato e molti indugiano a cercare case ed angoli conosciuti, che sono curiosi di osservare da una diversa prospettiva.

Se poi ci si allontana dalla zona dei concerti e si sale sul ripiano superiore dell’altura, quello da cui si entra nella torre, lì è il paesaggio naturale a prendere il sopravvento ed il mistero della notte a suggestionare, fra prati scuri ed alberi dal fogliame frusciante.

Suggestivo è anche il percorso da compiere per raggiungere il sito su cui sorge la Tellaria: è possibile arrivarci in auto ma perché non optare per il sentiero se si cammina senza problemi? E’ un percorso in salita ma breve: in una decina di minuti si arriva alla mèta. L’itinerario inizia dal piazzale sopra la scuola elementare e s’inoltra nel folto, alternando tratti boscosi a gruppetti di case, fino  a sbucare nel punto più alto della Borgata Montiglio: da lì si prosegue sulla strada asfaltata. Al ritorno, quando il buio ora fitto della tarda serata renderebbe più problematico percorrere il sentiero, si può scendere da Via Berchera, con un giro ampio ma rapido vista la netta discesa, ed in breve si arriva all’incrocio con la Provinciale della Valle Soana.

Fabrizio Sandretto al Piano.

Il concerto alla Tellaria di sabato 7 luglio  ha avuto come protagonista il pianista Fabrizio Sandretto, per metà pontese e per metà alpettese.

Diplomatosi in pianoforte al Conservatorio “Ghedini” di Cuneo, ha poi conseguito il dottorato in Musicologia “Specialità Pianoforte”. Contemporaneamente agli studi musicali, ha portato avanti quelli linguistici, ottenendo la relativa Maturità (Inglese, Francese e Tedesco) per perfezionarsi successivamente nell’Inglese e nel Tedesco, ai quali si è aggiunto il Giapponese. In merito  a quest’ultima lingua, ha ottenuto il 3° livello alla Bocconi ed è il primo non vedente del mondo occidentale ad aver effettuato tale esame. Dal giapponese ha tradotto e pubblicato un libro di miti, racconti e favole: “ I quarantanove Otoginabashi del Giappone del Nord” edito dalla Casa Editrice Angolo Manzoni.

Fino ad oggi ha dato una sessantina di concerti. Negli ultimi tempi si sta dedicando in modo particolare ai “Concerti al Buio”, che sono molto richiesti.

Le musiche scelte per l’esibizione di Pont hanno spaziato dal Barocco di Bach al Tardo-Romanticismo di Brahms (passando per Cimarosa, Saint-Sens e Chopin) ed all’Impressionismo dello spagnolo Granados per approdare ad un brano novecentesco: quello del georgiano di origine armena Aram Khacaturjan.

A Daniela Colombatto (esperta presentatrice dei concerti che si tengono a Pont) è toccato il compito di annunciare i pezzi ed i loro autori; al pianista quello di illustrarne sinteticamente le principali caratteristiche. Lo ha fatto con slancio, mettendoci dentro anche le proprie emozioni. Prima di suonare l’Intermezzo N. 2 di Brahms, per esempio, ha spiegato: “I suoi Intermezzi sono come un consuntivo di vita. Egli stesso li definì <Le ninne nanne per la mia vecchiaia>.  Chopin ha fatto nel concerto la parte del leone:  Mazurke (“il simbolo del suo Paese, la Polonia”), Notturni, uno Studio, un Improvviso (“che rischiò di non essere pubblicato”) ed il Preludio N. 2: “Bellissimo  ed al quale sono molto legato. E’ lento, triste,  e venne eseguito al funerale del musicista, morto a soli 39 anni”. La Toccata in mi bemolle minore di Khacaturjan è “un brano moderno che ripeto sempre perché mi ha portato fortuna”.

Il concerto si è infine concluso, prima dei bis, con un pezzo contemporaneo: “Il volo della rondine”, composto da un musicista di Cigliano.

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