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SETTIMO TORINESE La storia del gatto Matisse, vivo per miracolo

SETTIMO TORINESE La storia del gatto Matisse, vivo per miracolo

Se è vero che i gatti hanno nove vite, Matisse ne ha persa sicuramente qualcuna. Il micio di nove mesi è rimasto intrappolato nella tromba di un ascensore di via Di Vittorio per due settimane, dal 13 al 27 giugno, senza cibo e acqua. In tutti questi giorni, l’unica cosa che ha trovato da mettere sotto i denti sono stati dei cavi elettrici. Li ha rosicchiati, senza restare folgorato, e ha mandato l’ascensore in tilt. Quando è arrivato il tecnico, ha trovato il gattino incastrato e impaurito in un angolo. Una storia a lieto fine ed un’incredibile vicenda raccontata su facebook dalla padrona di Matisse, Rosaria Mazzon, 41 anni, impiegata in un’azienda metalmeccanica. “Matisse sapeva che non avrei mai smesso di cercarlo. E’ per quello che è sopravvissuto – dice Rosaria - . Da quella mattina, anche grazie all’associazione Riportami a Casa, abbiamo sparso foto per tutta la zona, sperando in qualche segnalazione. La mattina in cui l’hanno ritrovato, mi avevano già chiamato altri. E ringrazio tutti coloro che hanno cercato il mio gatto”.

Rosaria ama mantenersi in forma facendo yoga. Il gatto, prima di fare un giretto sul tetto, segue attentamente la sua padrona durante i suoi esercizi. Non è l’unico felino di casa, nell’alloggio di via Di Vittorio. C’è anche Minù, un’altra gattina di sei mesi. “Io abito all’ultimo piano e i gatti possono andare sui tetti passando dall’abbaino – racconta - . Lo facevano sempre e io ero tranquilla, perché i comignoli sono tutti coperti da retine per evitare che gli uccelli facciano i nidi. Ma quella mattina, invece, c’era qualcosa di strano. Minù si era fermata vicino al luogo in cui era caduto Matisse. Mi guardava, era agitata, come se volesse dirmi qualcosa. Non vedendo più Matisse, pensavo fosse caduto nel giardino. Da quel giorno, non abbiamo più visto Matisse e Minù era triste”. Il gatto si era infilato della finestrella dell’ascensore e ha fatto un volo di sei metri prima di impigliarsi in quell’angolo. Non l’hanno mai sentito miagolare, anche se da alcuni giorni c’era un fetore insolito nelle scale. Sarebbe stato impossibile trovarlo, ma poi l’ascensore si è improvvisamente fermato. “Mi hanno telefonato in ufficio, il tecnico era sicuro aveva riconosciuto Matisse perché sotto casa c’erano i manifesti con la foto del gatto – racconta Rosaria - Sono subito ritornata a casa. E’ stato mio fratello ad arrampicarsi fino a quel punto, per riportare il gatto in salvo”. Ora Matisse mangia di gran appetito e fa le fusa. Sta benone. E adesso sa anche cosa fare per non ritrovarsi mai più al buio, da solo, con dei cavi da rosicchiare al posto di buone crocchette.

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