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SETTIMO. Sottopasso Salvatore Viviani e piazza Suor Severina Cappelletti

SETTIMO. Sottopasso Salvatore Viviani e piazza Suor Severina Cappelletti

Il sottopasso Salvatore Viviani e il piazzale Suor Severina Cappelletti faranno parte delle cartine topografiche settimesi. Sabato 26 maggio, le autorità comunali e le associazioni coinvolte nella cerimonia si sono presentate all’appuntamento con la storia. La mattinata è stata condotta da Paolo Silvetti, presidente del Gres (Gruppo Ricerche Etnografiche Settimesi)  e promotore per queste due nuove intitolazioni in qualità di membro della Commissione di Toponomastica.  Oltre al sindaco di Settimo, Fabrizio Puppo, erano  presenti Carlo Formento e Adriana Viviani, genero e primogenita del poeta, il presidente della Famija Setimèisa Attilio Conte e lo storico nonché presidente dell’Anpi (sezione Guerrino Nicoli di Settimo), Silvio Bertotto, l’associazione Alpini presieduta da Mario Iannone e la Consorteria dei Gamberai di Francesco Bessone. Immancabile la presenza di Mario Brusa, attore e doppiatore di fama internazionale, chiamato per leggere una composizione di Viviani. E anche Pierfrancesco Garino ha voluto donare alla famiglia un suo ricordo del poeta.

Salvatore Viviani non fu solo un poeta in lingua piemontese, ma anche partigiano e prigioniero nel campo di concentramento di Aubagne in Francia nel 1944.

Il corteo ha successivamente raggiunto il piazzale di via Leini, intitolato a Suor Severina Cappelletti.

Suor Elena, chiamata affettuosamente dai settimesi suor Maestra, insegnava taglio e cucito alle bambine e ragazze nel Laboratorio femminile della parrocchia di San Pietro in Vincoli. Il 28 aprile 1945 l’allora parroco di Settimo, don Paviolo, le aveva affidato, insieme con Suor Scolastica, la rischiosa missione di portare al comando tedesco di Brandizzo-Chivasso una arichiesta di resa incondizionata e di liberazione di 84 ostaggi tra partigiani e cittadini, catturati il giorno prima dai tedeschi in ritirata.

L’intermediazione coraggiosa della piccola suora direttamente con un ufficiale tedesco permise alla fine la liberazione degli ostaggi, senza nessuna perdita di vite umane.

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