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IVREA. E adesso spunta anche il “piru”

IVREA. E adesso spunta anche il “piru”

La notizia ha fatto capolino la scorsa settimana sulle pagine del trisettimanale La Sentinella del Canavese. Udite, udite. L’ufficio tecnico, su richiesta della società Genco, promotrice di una grossa trasformazione urbanistica di Casa Molinario e altri fabbricati dalle parti di corso Nigra, attraverso la costruzione di un ipermercato di Nova Coop, avrebbe dato avvio ad un procedimento di variante detto “Piru” che significa “Programma integrato di rigenerazione urbana”. E parliamo di uno strumento urbanistico, previsto dalla legge regionale e pensato per la riqualificazione di parti indicative della città e dei sistemi urbani, mediante interventi organici d’interesse pubblico. La procedura prevede che se ne discuta in conferenza dei servizi e pure in consiglio comunale.

Appena lo ha saputo, il consigliere comunale Alberto Tognoli non solo ha sgranato gli occhi, ma gli è venuto quasi istintivo scrivere una email a mezzo mondo.

“Evidentemente l’organo di governo di questa Città è il giornale locale “La Sentinella” - si è precipitato a commentare - Sono un Consigliere Comunale ma sono stato informato da un giornale e non dal sindaco sulla evoluzione della vicenda “Ipercoop di C.so Nigra”...”.

Il dito è puntato sul “Piru” ma anche sul triplo rigetto formulato dall’ufficio tecnico, per il quale si attende un giudizio del Tar che peraltro dovrebbe arrivare proprio questa settimana.

“Vorre ricordare - alza il tono Tognoli - che il Sindaco, nel corso di una commissione Assetto del Territorio aveva annunciato la convocazione della medesima per un esame approfondito del caso, che certamente non si può definire di scarsa rilevanza. Le cose non sono andate così ed i Componenti della Commissione non hanno potuto esprimere alcun giudizio valutativo sulla vicenda. Ancora una volta, alla faccia del rispetto delle Istituzioni e anche di quello, pur meno significativo degli stessi Consiglieri, si viene a conoscenza dei fatti atraverso il giornale portavoce dell’Esecutivo. Complimenti!”.

Il bello è che di tutta questa storia, compreso il “Piru”, pare ne sia a conoscenza solo il sindaco. Non ne sanno nulla i consiglieri di maggioranza e non ne sa nulla anche l’assessore Giovanna Codato. “Della Genco non me ne sto occupando io” ci dice.

Insomma  è giallo. Un giallo che si chiarirà solo quando arriverà la sentenza della seconda sezione del Tar di Torino, riunitasi lo scorso 14 marzo e  presieduta dal giudice Carlo Testori. Spetta a loro dire se ha ragione l’ufficio tecnico nel sostenere che corso Nigra è da considerarsi “centro storico” oppure no.

Nel primo caso sarebbero infatti possibili solo esercizi commerciali non più grandi di 900 metri quadrati oppure l’utilizzo di altre aree già individuate dal piano regolatore del 2006, una fra tutte in corso Vercelli verso Burolo.

“Noi siamo in A3 e non in A1” - sottolinea invece Valter Martinetto, titolare della Genco srl -. Essere in A1, cioè in centro storico, significa non poter fare quasi nulla, essere in A3, al contrario, quasi tutto, compreso un negozio con una superficie di 2.500 metri quadri…

Vero è che i giudici a novembre, avevano già accolto il ricorso e disposto il riesame “in uno spirito di reciproca e leale collaborazione”, invitando il Comune a valutare la fattibilità in considerazione delle opere pubbliche di compensazione.

Manco a dirlo erano seguiti una serie di inutili incontro con gli avvocati e i tecnici.

In ballo c’è un investimento da 14 milioni di euro, di sicuro il più grande che Ivrea abbia visto negli ultimi anni.

Parliamo di un’area di 13.500 metri quadri, tra corso Nigra e via Di Vittorio,  proprio davanti al Movicentro, all’interno della quale si prevede la demolizione di due fabbricati, tra cui l’ex casa Molinario (che un tempo ospitava il centro prenotazioni unico dell’Asl To4), la realizzazione di un parco urbano di 1.300 metri quadri con tanto di percorso ciclo pedonale, una nuova piazza di fronte alla stazione e varie modifiche alla viabilità, non in ultima due rotonde. S’aggiunge, evidentemente, l’Iperstore di  2.500 metri quadri.

Valter Martinetto e i curatori del proegetto (lo Studio Casalatina) ne fanno una questione economica (solo per Casa Molinario hanno speso 750 mila euro), ma anche di diritto, non foss’altro che il nuovo fabbricato pareggerebbe i conti con i due vecchi edifici da abbattere pari a 12.676 metri cubi. “Tradotto il tutto in metri quadri – ci avevano spiegato – si andrebbero ad utilizzare appena 4.814 metri rispetto ai 6.754 consentiti dal piano regolatore…”.

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