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23 Novembre 2017 - 09:05
bersani
La candidatura di Maurizio Perinetti alle primarie del Pd, in contrapposizione alla renziana Elisabetta Ballurio, sembra ormai quasi una cosa fatta. Se ne discuterà ancora questa settimana ma, per sabato, è in programma una conferenza stampa. E sarà in quest’occasione che gli “orlandiani” diranno esplicitamente che cosa intendono fare.
Esclusa l’ipotesi di ricercare un personaggio della società civile, nei giorni scorsi, è pure stata scartata la richiesta promossa da alcuni di allargare le primarie all’ Mdp.
“Non ha ancora avuto modo di confrontarmi con lui ma è sicuramente una delle persone più belle che io abbia conosciuto - applaude il segreteario cittadino Luca Spitale - Sono sicuro che con Maurizio la battaglia sarà corretta, leale e legittimerà, dal giorno dopo, chiunque l’abbia spuntata...”.
C’è già una data: il 21 di gennaio. Prima non si può perchè c’è il Natale e dopo neppure per via del Carnevale.
Di certo c’è anche però che in via Peretti, il clima continua ad essere leggermente teso.
L’ultima risale a qualche giorno fa. Spitale avrebbe offerto alle minoranze la presidenza e loro, stando ai tam tam, gli avrebbero risposto “No Grazie!”.
“Avere un presidente è tradizione di questo circolo ma non è previsto dallo statuto... Ne possiamo fare anche a meno” inforca Spitale.
Di tutt’altro avviso Augusto Vino. “C’è qualche perplessità - affonda senza pietà il coltello nella piaga - Ci siamo presi un po’ di tempo per decidere...”. E secondo Vino anche per il candidato a sindaco non c’è fretta. “Si vota a maggio e non sappiamo ancora quali scenari ci saranno dopo le politiche - continua a dire - Noi stiamo lavorando al programma e alla convergenze...”.
Di sicuro il suo circolo Brat si prepara all’ennesimo confronto aperto al pubblico, in programma mercoledì 22 novembre, alle 21, allo Zac. “Con Patrik Vesan dell’Università di Aosta e l’assessore di Rivalta Nicoletta Cerrato parleremo della città dei giovani...”, ci spiega, raccomandandosi una segnalazione sul giornale. Insomma l’idea che vuol dare (e che dà) è di avere la testa da un’altra parte o su un altro pianeta.
Chi invece i piedi ce li ha ben puntati per terrà è Franco Giorgio di Mdp. Questa sera s’inontrerà con il Pd.
“Se non vogliono le primarie di coalizione ce lo devono dire chiaramente - commenta sufficientemene a muso duro Franco Giorgio - Il Pd può benissimo decidere il suo candidato ma non può pensare di costruire un’alleanza con un pacchetto preconfezionato. Se poi non accettano un percorso di questo tipo faremo ragionamenti diversi. Insomma è tutto ancora da verificare...”.
E che l’Mdp a questa competizione ci creda davvero lo dimostra l’apertura di una sede al civico 12 di corso Garibaldi. All’inaugurazione, in programma giovedì 30 novembre ci sarà - udite udite - anche Pier Luigi Bersani che resterà fino alle conclusioni, insieme a Nerio Nesi, del dibattito sulle politiche industriali, in programma dalle 21, in sala Santa Marta.
E non sarà l’unico (Bersani) a fare rotta su Ivrea. La prossima settimana è infatti atteso anche Matteo Renzi (che bontà sua arriverà in treno) e Alessandro Di Battista del Movimento 5 stelle.
Insomma, una mitragliata di “vip” come non se n’era mai vista una uguale. Che è una di quelle cose considerate indigeste da chi continua a lavorare per mettere in piedi una grande “alleanza civica” delle opposizioni.
Il riferimento è ad Alberto Tognoli, Francesco Comotto e agli azzurri Diego Borla e Tommaso Gilardini. Questa settimana s’incontreranno di nuovo per fare il punto della situazione.
All’ordine del giorno l’alleanza stretta da Viviamo Ivrea di Francesco Comotto con Rifondazione Comunista e con la Sinistra Italiana. Appena lo è venuto a sapere Diego Borla ha mandato una email a Comotto chiedendogli di prendere le distanze. “Solo che non si capisce il perchè - mette le mani avanti Comotto - Hanno aderito al nostro programma e parteciperanno alle elezioni senza simboli di partito...”.
Gli fa eco Tommaso Gilardini. “Stimo Cadigia Perini - ci dice - ma decidiamo allora qual è il perimetro dell’alleanza. Non dimenticiamoci che Rifondazione alle ultime elezioni ha contribuito in maniera fondamentale alla vittoria di Carlo Della Pepa...”.
Poco preoccupato di Rifondazione è invece Alberto Tognoli, convinto com’è che più è grande l’alleanza, meglio è. “Se diciamo no a dei militanti di Rifondazione poi dovremmo dire di no anche a chi milita nella Lega...”, commenta cercando, per quanto più può di allontanare dalla sua vista lo spettro dei veti incrociati, sempre in agguato. Piuttosto, per Tognoli, il problema è il candidato a sindaco che a suo dire non dovrebbe essere Comotto, ma qualcun altro, individuato nella società civile.
Il suo sogno? Convincere i cinquestelle ad entrare in coalizione. “Purtroppo - risponde Pierre Blasotta - Abbiamo delle regole in tutta Italia. Questa cosa non è proprio possibile...”.
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