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SETTIMO. Cinque torri alla Bordina? Cosa si può fare?

SETTIMO. Cinque torri alla Bordina? Cosa si può fare?

Non vogliamo una finestra sul Po...”. Con questo slogan nei giorni scorsi, un gruppo di cittadini aderenti al Comitato “No Torri”, insieme ad una rappresentanza di Legambiente, si è ritrovata al parco Berlinguer di Settimo per dire NO alla cementificazione dell’area Bordina. E quando si parla di “Una finestra sul Po” si fa riferimento ad un progetto per la costruzione di quattro torri da 12 piani vicino a via Raffaello Sanzio, nell’aera verde un tempo occupata dalla Cascina Bordina.

“Qui si vogliono costruire quattro torri a ventaglio - dice Giacomo Caruso del comitato - e sarebbero a ridosso dei tre parchi: Pertini, De Gasperi e Berliguer, e mi sembra che tutto questo non faccia parte del piano regolatore e non abbia senso considerando il verde che ci circonda”.

E tra chi, di fronte alle 800 e passa firme raccolte, si è subito mosso per capire che cosa si può fare c’è il capogruppo di Mdp in consiglio Enrico Siniscalchi.

“Quell’area - ci racconta - un tempo era dell’ospedale San Giovanni Bosco. Ad un certo punto venne ceduta al Comune in base ad una legge che lo prevedeva ed è lì che nacque l’idea del Parco Pertini, del parco Berlinguer e del De Gasperi. Ma non era ancora finita lì. Di legge ne arrivò, infatti, un’altra che cancellò quelle precedente, così facendo l’area ritornò privata, di proprietà della Città della Salute. Ci fu una contrattazione e l’allora sindaco Giovanni Ossola si tenne i parchi e concesse ai proprietari una certa volumetria  sulle restanti aree...”.

E adesso che si fa?

“Si può fare poco - ammette Siniscalchi - Però io credo che sia ancora possibile modificare un po’ le geometrie, con una diversa predisposizione delle torri. Si tratterà di dialogare un po’ con gli uffici...”

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