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20 Ottobre 2017 - 10:37
Lunedì 16 ottobre, ore 11. Fuori dal municipio di Rivarossa sei consiglieri si incontrano, tre della maggioranza, Cristian Ramazzina, Monica Pomero e Arturo Siviero, e tre della minoranza, Paolo Cinquanta, Felice Vescio e Roberto Leone. Entrano in Comune e, uno dopo l’altro, rassegnano le dimissioni.
“Oggi il sindaco e la giunta sono caduti - commenta il primo cittadino, Enrico Vallino -. Si ferma una macchina amministrativa che stava facendo buone cose, si delinea un futuro di commissariamento”. I mal di pancia di alcuni consiglieri di maggioranza, che abbiamo raccontato nelle settimane scorse sulle pagine di questo giornale, si sono trasformati in qualcosa di più. Le lettere di dimissioni della maggioranza parlano chiaro. È venuto meno “il rapporto di reciproca fiducia, indispensabile allo svolgimento di questo ruolo”. Parlano chiare anche le missive della minoranza. È l’epilogo - scrivono - “di un percorso caratterizzato dalla totale mancanza di dialogo e collaborazione”.
Il sindaco è amareggiato. “Non per me stesso, sono molto sereno, ho fatto tutto quel che potevo fare e anche di più - scuote la testa -. È evidente che chi paga questa scelta è la collettività. Si tratta di un infortunio di percorso, mi spiace, il nostro lavoro stava dando risultati. Ma abbiamo la convinzione di aver fatto il nostro dovere fino in fondo. Partendo dall’impostazione data dalla Redazione della Voce nel trattare l’argomento, si sono scatenate una serie di azioni a tutela della propria immagine da parte dei consiglieri. Ma quando ci sono ruoli di responsabilità, dobbiamo prima di tutto rendere conto al bene collettivo. Questa è una brutta pagina per la buona amministrazione, e contribuirà a far allontanare ancora di più la gente”.
C’è amarezza, certo, e non potrebbe essere altrimenti. Ma il primo cittadino è convinto di avere ancora ancora la fiducia della cittadinanza. Non farà, insomma, un passo indietro dalla vita pubblica. “È ancora presto per valutare il da farsi - chiarisce -. Per adesso mi impegnerò, come ho sempre fatto, per fare il bene della comunità, anche se non più in veste di amministratore”.
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