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19 Ottobre 2017 - 11:50
Un nuovo piano regolatore dal sapore squisitamente elettorale, da discutere lentamente da qui alla elezioni di questa primavera. Tanto per cominciare un’occasione per incontrare i cittadini e dare l’impressione che si possa fare in pochi mesi quel che non si è fatto per anni. Questa, in sintesi, l’accusa che nei giorni scorsi si è levata alta dalle file dell’opposizione.
Per intanto, di incontri, con i progettisti e con l’archistar Stefano Boeri, ce n’è già stato uno, in Santa Marta, lunedi scorso, e se ne terranno, addirittura altri tre domani, mercoledì 18 ottobre. Alle 11 con le associazioni economico-produttivo, poi alle 14 con gli ordini professionali e con la Commissione “Assetto del Territorio”, infine alle 17 con le associazioni del terzo settore.
“Ho preso atto con un certo disappunto del primo incontro organizzato in fretta e furia - marca stretto il consigliere Alberto Tognoli - Ancora una volta il concetto di “partecipato” viene confuso con azioni inadeguate e puramente di facciata che mal si conciliano con l’importanza di una variante strutturale e la sua ricaduta socio-economica.... Chiamiamola con il suo nome: è una farsa. I professionisti? I cittadini? Solo smania di protagonismo di una giunta che non ha fatto nulla in questi cinque anni. Tutto improponibile, compresi i crediti formativi per attirare in Santa Marta geometri e architetti, chissà poi perchè non ne sono stati previsti anche per gli ingegneri (...ride). E a proposito di ingegneri. Me lo spiegano perchè non s’è pensato di inserirne almeno uno nel numeroso team dei professionisti incaricati? Potrebbe essere, perchè no, una figura indicata anche da un ente esterno come Smat. Un ingegnere risolverebbe e saprebbe affrontare un mucchio di problemi. Chiederò una integrazione prima della scadenza del mandato, così da scongiurare qualsiasi tipo di interesse personale che comunque non c’è proprio....”
E Tognoli, in verità, punta anche il dito su qualcosa di ben più profondo e cioè quella consulta dei professionisti, dotata di autonomia, di capacità critica e costruttiva, da affiancare al lavoro dei progettisti. Approvata in consiglio comunale grazie ad un suo emendamento, ad oggi ancora non se n’è saputo un bel cavolo di nulla.
E questo perchè? Pare che la segreteria del Comune abbia confuso “consulta dei professionisti” con “consultazione dei professionisti”. Se non fosse grave ci sarebbe quasi da mettersi a ridere, ma tant’è!
“Da un punto di vista politico siamo alla frutta - continua Tognoli - mi conforta che l’architetto del comune Nedo Vinzio abbia ribadito che prima della scadenza del mandato, non ci sono i tempi per portare in approvazzione alcunchè. Spero solo che Ivrea non si facciano i giochi che si sono fatti a Montalto quando in piena campagna elettorale si trattavano le osservazioni al piano...”
E che l’attuale amministrazione non conosca l’utilizzo di processi decisionali partecipativi ne sono convinti pure i consiglieri Tommaso Gilardini e Francesco Comotto.
“L’avevamo già capito da un pezzo - commenta Comotto e ha davvero voglia di gridarlo ai quattro venti - ma ora, a pochi mesi dalle elezioni, la farsa del PRG partecipato sa proprio di presa in giro. Come peraltro lo era stata quella del bilancio partecipato, altra favoletta reiterata per 4 anni consecutivi. E’ dal giorno dopo le elezioni del 2013 che invochiamo a gran voce la necessità di una variante strutturale, consapevoli dei tempi lunghi necessari. Ricordiamo ancora le parole del Sindaco quando sosteneva che con lui non si sarebbe fatto niente di tutto ciò. Ora il vento è cambiato e prendiamo atto di un improvviso fiorire di incontri a ritmo martellante addirittura tre nella stessa giornata. Incontri nei quali non si potrà far altro che ascoltare cosa i relatori e qualche assessore avranno da raccontare, ma di certo non si può definire questo un serio processo partecipativo. A cosa è dovuta tutta questa fretta?”
La preoccupazione delle opposizioni è insomma che la “Variante” diventi uno strumento “politico”.
“Lo avevamo chiesto in Commissione - aggiunge ancora Comotto - che non venisse utilizzato in campagna elettorale ed invece ecco qua: il piatto è servito. Già si sa che non ci sono i tempi per poterlo approvare prima della scadenza di mandato, ma se anche ci fossero non sarebbe più logico lasciarlo nelle mani di chi verrà, visto che hanno avuto dieci anni di tempo per elaborarlo e approvarlo e non l’hanno fatto? E’ proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio ...”
A tutti risponde seraficamente l’assessore Giovanna Codata.
“Con questa variante si punta ad una riduzione del consumo del suolo e a regole più chiare - commenta - Sono regole condivise un po’ da tutti e io spero che anche grazie a questo cammino partecipativo si possa lavorare bene e arrivare a febbraio almeno con i principi generali... Poi se devo proprio dirla tutta, anche io avrei voluto partire prima, ma abbiamo sempre dovuto rinviare a causa delle tante ristrettezze di bilancio. Ora che c’è stato un bando europeo, con un iter durato 8 mesi, e che abbiamo investito 250 mila euro, fermarsi sarebbe assurdo. Proviamo, se ci riusciamo, a slegare il futuro della città, il suo rilancio e gli obiettivi comuni con le beghe elettorali...”
Il finale è di colore. La presentazione dei progettisti è accompagnata da alcune diapositive esplicative dal titolo “Ivrea 2030”, si spera non abbia lo stesso destino della precedente variante chiamata “Ivrea 2000” e approvata nel 2006, con una previsione di crescita del numero di abitanti da 24 a 32 mila. Sbagliata nei tempi e pure nei numeri, considerando che la popolazione è ferma con le quattro frecce da tempo immemore...
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