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18 Ottobre 2017 - 09:29
C’è la città che si vorrebbe, quella che si disegnerà sul nuovo piano regolatore, quella sognata di notte, quella di un’illusione svanita con la morte di Adriano Olivetti, quella che sarebbe potuta essere e che non c’è mai stata.
C’è una città che si vorrebbe e poi c’è la cruda realtà, con il degrado che avanza un po’ ovunque, il commercio che langue, il nuovo ponte passerella già vecchio e quell’altro ponte (il terzo) che per fortuna non è ancora crollato ma se dovesse crollare porterebbe tutta una giunta diritta diritta davanti ad un giudice. Lì a raccontare la “rava” e la “fava” di quei lavori sulla prima campata che sarebbero dovuti partire con un temperatura non troppo calda, non troppo umida, non troppo secca, non troppo fredda, non troppo troppo “troppo” che il troppo quando è troppo stroppia...
Massì dai. A pochi mesi dalle elezioni, ci sta che gli amministratori comunali parlino di Piano regolatore e di sogni nel cassetto. E che bello sarebbe se anche a Ivrea l’archistar Stefano Boeri riuscisse a far costruire un paio di palazzi con i suoi boschi verticali. Giusto per aggiungere qualche altro edificio in quelle riviste che già parlano di Ivrea con la sua macchina da scrivere disegnata al Centro La Serra e con Talponia.
Loro impegnati a tirar righe su un foglio bianco, i cittadini su Facebook a lamentarsi con i post. L’ultimo fa riferimento a via Monte Ferrando e via Delle Rocchette dove, dice Lucio Lo Tufo “l’erba è talmente alta che le persone rischiano di essere investite”. E poi, sempre Lo Tufo, sui dissuasori della velocità rotti e sulle lampadine sono bruciate.
Sottoscrive Laura Maria Piras pronta ad aggiungere anche il primo tratto di via Chiusella “che è una buca unica” e Marco Sacchero con l’invito ad un giro “verso i cantoni Stimozzo, La Rossa, Meina, Gilio e Parise”.
C’è Facebook, ma c’è anche chi telefona direttamente in redazione e questa settimana ci hanno contattati alcuni genitori della scuola materna Sacca di via Rossini.
“Hanno risistemato gli interni - ci dicono e si sarebbero già rivolte al Comune - ma nel giardino non cresce l’erba per colpa delle piante non potate dal vicino...”.
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