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11 Ottobre 2017 - 09:00
Massimo Del Vago, M5S
Anche a Settimo Torinese arriva la “Question Time del cittadino...”. Che detta in inglese c’è da mettersi le mani nei capelli, ma tant’è.
In sintesi, prossimamente, si darà, per l’appunto a tutti i cittadini, ad inizio di ogni consiglio comunale, la possibilità di formulare domande al sindaco e agli assessori, in modo chiaro e conciso, su argomenti di rilevanza generale, connotati da urgenza o particolare attualità, attinenti comunque a problematiche del territorio.
Questo almeno dice il nuovo regolamento consiliare che ha visto, in questi mesi, tutte le forze politiche particolarmente impegnate sul testo.
“La proposta è stata nostra, ma il merito è di tutti...”, commenta il pentastellato Massimo Del Vago.
Tecnicamente, le “domande”, dovranno essere inviate prima per iscritto, anche per dare modo a chi di dovere di preparare una risposta adeguata.
La scena è quella di una polis, in cui un cittadino s’alza in piedi, prende un microfono, chiede lumi e, infine, proprio come fanno i consiglieri comunali seduti in maggioranza, o tra le file dell’opposizione, avrà il diritto di dichiararsi “soddisfatto” della risposta oppure no...
Ed è evidente a tutti che si tratterà di un vero passo in avanti verso quel modello di democrazia partecipatata di cui tanto si sente parlare, spesso a proposito, per le evidenti difficoltà di metterla in pratica
“Abbiamo cercato di disciplinare il question time con il buon senso, anche per evitare che si creino inutili occasioni di bagarre” aggiunge Del Vago.
Tutto bene? Diciamo di sì, salvo un dubbio, quello del consigliere Mdp Enrico Siniscalchi, condiviso anche dall’azzuro Felice Scavone...
“Io credo che l’intera procedura andrebbe informatizzata - dice - Abbiamo presente quanta carta potrebbe produrre la città se tutti e 47 mila i cittadini presentassero una question time? E’ vero che le persone avrebbero delle difficolta a muoversi con gli strumenti informatici, ma anche l’Inps, oramai, ragiona solo con le istanze online. Si sarebbe potuto accogliere la richiesta di Scavone sull’utilizzo del cartaceo solo in caso di malfunzionamenti dei sistemi operativi...”.
Quisquilie che a ben vedere non aggiungono e non tolgono alcunchè alla grossa novità peraltro già sperimentata, con successo, in decine e decine di altre città italiane.
Perchè il “Question time” è veloce, immediato. Un “sì” o un “no” senza tanti ghirigori. Lo sarà per il cittadino, ma lo è anche per i consiglieri comunali. Talmente d’impatto che adesso lo vogliono utilizzare persino dalle file della maggioranza. Ed è successo di recente con il problema banche al Borgo Nuovo.
“E’ un modo per evidenziare al cittadino che anche la maggioranza è attenta ai problemi della città - commenta Sinischalchi - Le interrogazioni consentono al sindaco o agli assessori di spiegare che cosa stanno facendo. Sulle banche al Borgo Nuovo, a parte i mal di pancia del Pd, mi è sembrato che il sindaco fosse la persona meno offesa di tutti. Proprio Puppo mi ha confidato che quando era consigliere comunale avrebbe avuto piacere di presentarne una ma gli fu sconsigliato. E anche a me, ai tempi dell’assessore Tiziano, impedirono di chiedere lumi sui dossi di via Milano. Per farla breve, il question time, allargato anche alla maggioranza è un qualcosa che tutti condividiamo ma poi, non si capisce per quale dinamica si evita di utilizzarlo. Io credo invece lo si debba utilizzare (e lo utilizzeremo) per quello che è: un momento di scambio di informazioni....”.
Un solo rischio. Passare dalle interrogazioni più o meno concordate alle imboscate del Pd con gli assessori di Mdp e quelle dell’Mdp agli assessori del Pd.
L.L.M.
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